Questo post di Marco Mazzei descrive perfettamente le sensazioni che ho anch'io già da un bel po' sull'andamento di una certa parte della comunicazione in rete in Italia.
Non so perché da noi ci si sia fossilizzati sulle "top 100" dei blogger, ma è vero che in buona parte si sente parlare sempre dello stesso gruppo, quelli che (per citare Metitieri) "mollerebbero il blog se venisse offerto loro un posto da redattore" e che in fondo si comportano come i peggiori iscritti all'ordine, quelli che si portano dietro sempre lo stesso circo di giocolieri, fan e soprattutto rumorosi critici che non fanno che giustificarne l'esistenza.
In realtà si tratta di una minoranza irrilevante a prescindere dall'unità che si voglia usare per misurarla, talmente insignificante che non merita molta critica, ma che però è riuscita a togliere l'attenzione dalla parte veramente interessante del fenomeno generale degli "user generated content", cioè le migliaia di persone che ogni giorno riversano in rete contenuti interessanti (almeno per alcuni), senza voler fare i giornalisti e senza voler ricevere i comunicati stampa dalle società di pubbliche relazioni.
A questo punto io credo che prima ci dimentichiamo dei blogger meglio è. Passiamo avanti, le cose buone rimarranno, ma non ha senso continuare a parlarne.
Non so perché da noi ci si sia fossilizzati sulle "top 100" dei blogger, ma è vero che in buona parte si sente parlare sempre dello stesso gruppo, quelli che (per citare Metitieri) "mollerebbero il blog se venisse offerto loro un posto da redattore" e che in fondo si comportano come i peggiori iscritti all'ordine, quelli che si portano dietro sempre lo stesso circo di giocolieri, fan e soprattutto rumorosi critici che non fanno che giustificarne l'esistenza.
In realtà si tratta di una minoranza irrilevante a prescindere dall'unità che si voglia usare per misurarla, talmente insignificante che non merita molta critica, ma che però è riuscita a togliere l'attenzione dalla parte veramente interessante del fenomeno generale degli "user generated content", cioè le migliaia di persone che ogni giorno riversano in rete contenuti interessanti (almeno per alcuni), senza voler fare i giornalisti e senza voler ricevere i comunicati stampa dalle società di pubbliche relazioni.
A questo punto io credo che prima ci dimentichiamo dei blogger meglio è. Passiamo avanti, le cose buone rimarranno, ma non ha senso continuare a parlarne.