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Il mio biglietto da visita.




Creative Commons License
This work is licensed under a Creative Commons License.

Updated: 17-12-2007; 16:34:25.

Paolo's Weblog.

 Domenica, 18 novembre 2007

Rivolta e rivoluzione
Luca De Biase: La strategia parte dalla consapevolezza che ci stiamo trasformando. Lasciamo l'epoca industriale ed entriamo nell'epoca della conoscenza. E' ovvio che siamo disorientati. E' necessario imparare. Pensare.

Gli eroi sono visionari che hanno sogni, progetti e li realizzano. Gli innovatori non sono soli, anche se si sentono tali. Si devono connettere. La rete, in fondo, serve a questo.

 Venerdì, 16 novembre 2007

The Untouchables

 Martedì, 13 novembre 2007

Sottoscrivo
Vanz: Forse è davvero il caso che tutti ci prendiamo un attimo di silenzio, se qualcosa vogliamo capire. A partire dai telegiornali, a partire dalle piccole indignazioni quotidiane, a partire dai post scritti sull'onda dell'emozione senza analizzare i fatti. Forse, fermandoci un attimo e guardando quello che ci circonda, guardando le persone che abbiamo attorno, cercando di capirle senza anteporre giudizi, forse qualcosa riusciremo a capire.

 Venerdì, 9 novembre 2007

Schengen
Venendo in ufficio questa mattina, alla radio c'era una trasmissione in cui alcuni cittadini esprimevano la propria preoccupazione per l'imminente allargamento del trattato di Schengen, prevedendo un'imminente invasione di delinquenti.

Questo il mio percorso tra casa e ufficio:


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Notate la riga più scura che taglia più o meno verticalmente la mappa? E' il confine tra Italia e Slovenia, un confine che dal 21 dicembre conterà ancora meno.

Non posso certo dire di essere un esperto di sicurezza o di flussi migratori solo perché abito vicino ad un confine, mi ricordo gli anni in cui su Gorizia c'era la pressione della rotta balcanica, aprendo la finestra la mattina presto in Corso Italia si vedevano questi gruppetti di disperati che si dirigevano verso la stazione. Oggi non succede più.

Il confine si sposta, l'Europa non finirà più al confine tra Italia e Slovenia ma arriverà al confine tra Slovenia e Croazia. Francamente mi fido degli sloveni a controllare i nostri confini come e forse più di quanto mi possa fidare della polizia italiana.

Una signora da Potenza, sempre nella trasmissione radiofonica, si chiedeva "a nome di tutti gli italiani" perché mai si vogliono togliere i controlli ai confini? Perché non continuare a controllare chi entra e chi esce per garantire una maggiore sicurezza? La riflessione che mi è venuta in mente è che se è la sicurezza che vogliamo allora potremmo istituire dei controlli anche tra le regioni italiane. Perché lasciare che i delinquenti passino da una regione all'altra? Ognuno che si tenga i suoi! O magari potremmo mettere dei bei posti di blocco all'entrata delle città...

Io credo che questo allargamento dell'Europa sia un'opportunità eccezionale, una possibilità di raggiungere una massa critica, di contare di più, di immaginare un nuovo modo di vedere il mondo (qua c'erano i carroarmati sui confini una quindicina di anni fa)... e un terzo del panorama che vedo dalle mie finestre non sarà più all'estero :-)

 Giovedì, 8 novembre 2007

Pod Conference
Marco Formento ha un'idea molto interessante.

Anch'io credo che la gran parte delle conferenze che si organizzano oggi (a prescindere da quanta gente ci vada) non siano particolarmente interessanti.

O meglio: forse sono interessanti per coloro che non vivono immersi nel flusso continuo di informazioni in cui viviamo noi. Forse in ambiti corporate in cui non c'è ancora una moderna cultura dell'informazione e la permeabilità e la trasparenza di cui noi possiamo godere (quegli uffici in cui i reparti IT fanno di tutto per bloccare i clienti IM e limitare il numero di siti che si possono visitare, tanto per intenderci), ci sono ancora persone che trovano interessanti queste conferenze in cui ci si siede tra il pubblico e ci si fanno raccontare storie. Una buona parte delle quali sono probabilmente dei tentativi di vendere qualcosa.

Ma se vogliamo veramente imparare qualcosa di nuovo e costruire nuove idee, bisogna cercare di riproporre in nuovi tipi di evento la creatività e la capacità di confronto che viviamo ogni giorno nelle zone migliori della parte abitata rete.

Personalmente l'esperienza migliore che ho sperimentato è stata una BloggerCon, ma certamente ci possono essere molti altri formati da testare e sviluppare.

Ci vedremo al prossimo progetto pod. Io ci sarò di sicuro.

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 Venerdì, 2 novembre 2007

A Genova
http://val.demar.in/myImages/Festival%20della%20Scienza-1.jpg

Domani sarò Genova al Festival della Scienza, assieme ad un gruppo di prestigiosissimi blogger. Devo dire che Genova sta diventando una delle mie città preferite, proprio per lo sproporzionato numero di gente intelligente e simpatica che ci ho trovato.



Introducing Evectors Pages.
Ieri su Blognation è uscito un bel post di Amanda Lorenzani a proposito di Pages, la piattaforma che abbiamo sviluppato negli ultimi mesi, usata tra l'altro come motore dell'iniziativa NovaLab. Ho scritto qualcosa di tecnico sull'altro lato. Di seguito riporto un'articolo di presentazione di NovaLab pubblicato la settimana scorsa su Nòva.


Quando abbiamo iniziato a ragionare attorno alla piattaforma su cui costruire NòvaLab avevamo ben in mente il livello di interattività consentito dai wiki ed il coinvolgimento personale caratteristico dei blog. Il nostro intento era quello di creare uno spazio pubblico di ricerca nell'ambito Nòva100, in cui gli aderenti all'iniziativa potessero incontrarsi per sviluppare dei progetti comuni, magari invitando anche autori esterni che potessero partecipare alla creazione di documenti che fatti di testo, audio, immagini e video. Ma ciò che non desideravamo avere era l'approccio anonimo dei wiki, quello per cui è difficile capire chi ha scritto cosa su una pagina, né volevamo l'ordinamento cronologico inverso caratteristico dei blog: perfetto quando dei racconti sequenziali ma troppo rigido per i nostri intenti.

NòvaLab è la risposta a queste esigenze: uno strumento che consente di creare rapidamente pagine web nelle quali ogni collaboratore mantiene la proprietà dei contenuti, in cui gli amministratori possono spostare i post e invitare nuovi autori e soprattutto la cui estrema facilità d'uso consente a chiunque di partecipare ed essere operativo in pochi click.
Per l'interazione con il sistema abbiamo scelto una nuova metafora, visivamente rappresentata da dei tasti con un grosso segno "+", che consente agli autori di aggiungere facilmente contenuti in ovunque nella pagina in tre facili step:
  • un click sul tasto "+" nel punto in cui si vuole aggiungere il proprio contributo;
  • scelta del tipo di contributo (attualmente i moduli disponibili consentono di creare post contenenti testo, codice html, immagini, video tratti da YouTube e servizi similari, foto caricate su Flickr);
  • scrittura del post (o selezione del contenuto) e salvataggio.
Il tutto senza mai lasciare la pagina su cui si lavora, senza il bisogno di passare ad un diverso sito di servizio, e con il vantaggio visualizzazione in tempo reale del contributo.

Trattandosi principalmente di uno spazio collaborativo, abbiamo provveduto ad includere anche uno strumento di comunicazione tra gli autori, una sorta di registro che non solo consentisse agli autori di lasciare dei commenti visibili agli altri partecipanti, ma che venisse anche automaticamente aggiornato dal sistema, rendendo subito evidente chi ha eseguito quali operazioni sulla pagina.
Oggi NòvaLab è solo ai suoi primi passi ma è stato pensato per essere una piattaforma dinamica e flessibile; il sistema di creazione e pubblicazione dei contenuti è scalabile e prevediamo di aprirlo per offrire anche a terze parti la possibilità di rendere disponibili dei plug-in per la gestione di nuovi tipi di contenuti.

Ma soprattutto NòvaLab è un contenitore per idee, una piattaforma sufficientemente facile e flessibile da consentire ai suoi utilizzatori di dimenticarne il lato tecnologico e sfruttarla per esprimere la propria creatività.


 Giovedì, 1 novembre 2007

New York, New York
Qualche appunto sparso sul mio recente viaggio di lavoro negli US of A.

New York è sempre New York. Grande, sporca, affascinante, maleducata, ricca e povera allo stesso tempo. A New York ci si sente meno estranei che nel resto degli Stati Uniti non tanto perché sia "più europea" ma semplicemente perché sono tutti estranei. Non ci sono gli americani e gli altri, c'è solo questa enorme eterogenea folla in cui tutto sommato è facile immedesimarsi e perdersi.

La guerra in Iraq è completamente rimossa dalla TV. In 5 giorni di CNN non ho visto neanche un'immagine proveniente da Bagdad o da uno qualunque dei fronti. Nelle poche occasioni in cui se ne parla è sempre in modo indiretto: i reduci, i figli degli eroi caduti, le indagini parlamentari. Qua da noi non c'è telegiornale che non riporti ogni giorno almeno una notizia di un attentato o di qualcos'altro che succede sui fronti, da loro no. Già in aprile il tema era sotto tono, adesso è stato completamente rimosso. Gli americani a cui ho fatto notare la cosa hanno allargato le braccia e sospirato.

Lavorare con gli americani, almeno nel mio campo, è sempre piacevole. Anche se ho passato tre giorni praticamente chiuso in una sala riunioni senza finestre, sono sempre professionali, preparati e mettono in discussione le proprie opinioni. Non è che siano dei draghi, ma sono bravissimi ad organizzarsi e ad ottenere risultati. Abbiamo steso un programma di sviluppo per i prossimi 5 mesi con un livello di dettaglio che da noi semplicemente non esiste, a prescindere dalla dimensione dell'azienda con cui lavori.

L'offerta culinaria è formidabile. Ho mangiato bene e di tutto: bistecche, sushi, pizza, dim sum, pastrami, guacamole... sono ingrassato. Qualche indirizzo che mi sento di raccomandarvi se vi capita di andare nella grande mela:

La quinta strada, il Village, Chinatown e poi l'Apple Store, Boomingdales, Sacks, FAO Schwartz, Crate & Barrels... fare shopping con l'Euro pesante è un piacere ;-)

Al contrario di quanto ci si potrebbe aspettare, gli aeroporti europei offrono molti più servizi degli aeroporti americani (e lo scarafaggio gigante che ha attraversato la food hall per andare da Starbuck a Sbarro's mi ha fatto una certa impressione).

La sicurezza prima di tutto: siamo rimasti per tre ore seduti in un aereo fermo ad aspettare che trovassero ed arrestassero uno che era passato al controllo senza sottoporsi alle perquisizoni di rito.


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Paolo Valdemarin: 2007