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    Updated: 17-12-2007; 16:34:08.

     Giovedì, 1 novembre 2007

    New York, New York
    Qualche appunto sparso sul mio recente viaggio di lavoro negli US of A.

    New York è sempre New York. Grande, sporca, affascinante, maleducata, ricca e povera allo stesso tempo. A New York ci si sente meno estranei che nel resto degli Stati Uniti non tanto perché sia "più europea" ma semplicemente perché sono tutti estranei. Non ci sono gli americani e gli altri, c'è solo questa enorme eterogenea folla in cui tutto sommato è facile immedesimarsi e perdersi.

    La guerra in Iraq è completamente rimossa dalla TV. In 5 giorni di CNN non ho visto neanche un'immagine proveniente da Bagdad o da uno qualunque dei fronti. Nelle poche occasioni in cui se ne parla è sempre in modo indiretto: i reduci, i figli degli eroi caduti, le indagini parlamentari. Qua da noi non c'è telegiornale che non riporti ogni giorno almeno una notizia di un attentato o di qualcos'altro che succede sui fronti, da loro no. Già in aprile il tema era sotto tono, adesso è stato completamente rimosso. Gli americani a cui ho fatto notare la cosa hanno allargato le braccia e sospirato.

    Lavorare con gli americani, almeno nel mio campo, è sempre piacevole. Anche se ho passato tre giorni praticamente chiuso in una sala riunioni senza finestre, sono sempre professionali, preparati e mettono in discussione le proprie opinioni. Non è che siano dei draghi, ma sono bravissimi ad organizzarsi e ad ottenere risultati. Abbiamo steso un programma di sviluppo per i prossimi 5 mesi con un livello di dettaglio che da noi semplicemente non esiste, a prescindere dalla dimensione dell'azienda con cui lavori.

    L'offerta culinaria è formidabile. Ho mangiato bene e di tutto: bistecche, sushi, pizza, dim sum, pastrami, guacamole... sono ingrassato. Qualche indirizzo che mi sento di raccomandarvi se vi capita di andare nella grande mela:

    La quinta strada, il Village, Chinatown e poi l'Apple Store, Boomingdales, Sacks, FAO Schwartz, Crate & Barrels... fare shopping con l'Euro pesante è un piacere ;-)

    Al contrario di quanto ci si potrebbe aspettare, gli aeroporti europei offrono molti più servizi degli aeroporti americani (e lo scarafaggio gigante che ha attraversato la food hall per andare da Starbuck a Sbarro's mi ha fatto una certa impressione).

    La sicurezza prima di tutto: siamo rimasti per tre ore seduti in un aereo fermo ad aspettare che trovassero ed arrestassero uno che era passato al controllo senza sottoporsi alle perquisizoni di rito.


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    © Copyright 2007 Paolo Valdemarin.