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Il mio biglietto da visita.




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Updated: 1-02-2007; 14:27:14.

Paolo's Weblog.

 Mercoledì, 31 gennaio 2007

Ma chi *** siete?
Ne parlava Luca qualche settimana fa, e continuo a imbattermi anch'io nello stesso problema: c'è troppo poca identità sulla rete Italiana.

Moltissimi blog sono anonimi, o magari hanno un nome ma nessun modo di capire chi ci sia dietro. Certo, leggendo una certa quantità di post è possibile farsi un'idea, e sono d'accordo che le idee hanno un valore che deve prescindere da chi le scrive, ma non credo sia così con le opinioni: conoscere il background di chi scrive aiuta a capire meglio un punto di vista.

L'anonimato è sacrosanto, è evidente che ci sono casi in cui certe cose non potrebbero essere dette con un nome vero, ma di solito non trovo contenuti particolarmente "sensibili" dietro a questi blog anonimi. Credo che chi può farlo dovrebbe spendere qualche minuto a scrivere qualcosa su di sé, aggiungere qualche informazione di base per essere contattai, o almeno a linkare un profilo su LinkedIn. E dopo averlo fatto sul blog, inserite anche i dati salienti nel vostro profilo di Skype (se ci mettete anche il numero di cellulare mi sarà più facile spedirvi SMS) e di qualunque altro servizio di social networking a cui appartenete.

Così la prossima volta che qualche sconosciutissimo "eazzy86" chiederà di essere aggiunto alla mia lista dei contatti avrà qualche possibilità in più di ricevere una risposta positiva.


 Martedì, 30 gennaio 2007

Visto vista
La serata organizzata da Microsoft in occasione della presentazione di Vista è stata interessante e informale... pure troppo informale: grazie per non averci fatto una presentazione in PowerPoint, ma avremmo volentieri voluto giocare un po' di più con i nuovi prodotti). Se volete una dettagliata descrizione delle caratteristiche del nuovo sistema operativo, rivolgetevi a chi effettivamente di queste cose ne capisce, quello che posso riportarvi è più che altro qualche sensazione.

Da utente MacOS X l'occhiata superficiale che ho potuto dare ieri a Vista non mi ha fatto scoprire nuovi mondi, ma sono felice del fatto che anche il resto degli utenti di personal computer potrà presto fare cose come ricercare rapidamente documenti in tutto il disco rigido, passare rapidamente da una finestra all'altra o scalare con grazia la dimensione delle icone (per non parlare di mettere un background della scrivania animato). Ma soprattutto sarà importante avere un kernel stabile e difficilmente attaccabile da virus, vermi, piattole & c.

Per quanto riguarda la questione DRM (chiunque di Microsoft capitasse a tiro veniva bersagliato di domande a proposito), la posizione di Microsoft sembra essere:
  • noi i DRM li offriamo a chi produce contenuti, non obblighiamo nessuno ad usarli
  • non è vero che ci sia una degradazione dei contenuti protetti da DRM
Devo ammettere che nessuno dei due argomenti mi ha convinto più di tanto, comunque staremo a vedere, non ci vorrà molto prima che venga fatta chiarezza sulle eventuali limitazioni.

Comunque mi sembra anche interessante il fatto che Microsoft presenti questa novità anche a qualche blogger. C'è da sperare che continui su questa strada, magari allargando un l'iniziativa anche a chi non appartiene al gruppo dei "blogger più influenti" e magari iniziando a partecipare in modo più attivo alle conversazioni che si sviluppano in rete anche a prescindere dagli eventi più importanti.

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 Lunedì, 29 gennaio 2007

Alla scoperta di Vista
Nel giro di un'oretta, assieme ad un manipolo di altri blogger, andrò ad un evento organizzato da Microsoft per la presentazione di Vista. È estremamente improbabile che cambi il sistema operativo con cui lavoro, ma sono curioso di sentire cosa ci raccontano e vedere in che ambiente si troverà a vivere la maggioranza degli utenti di personal computer da qui a qualche tempo. Stay tuned.

 Domenica, 28 gennaio 2007

Il PIL non la dice tutta
Interessante lista di argomenti a supporto della tesi che il PIL (GDP) non indica l'effettiva ricchezza di un paese.
Dal momento che il PIL registra ogni transazione monetaria come positiva, il costo della decadenza sociale e dei disastri naturali vengono considerati un avanzamento dell'economia.

 Venerdì, 26 gennaio 2007

Primo assaggio
DSC_4598.jpg

Il primo assaggio delle Crocchette ricche di Salmone Scozzese di Aniwell sembra essere andato bene, vedremo questa sera se le ciotole saranno vuote.

Nel frattempo mi chiedo: perché "Salmone Scozzese"? Cioè, anche a me piace di più il salmone affumicato scozzese rispetto al norvegese o quello dell'Alaska (l'irlandese è da provare comunque), e farei qualunque cosa per le mie gatte, ma tutto sommato penso che la cosa importante è che il cibo contenga vero pesce, a prescindere dall'origine, e non le porcherie che spesso si leggono sulle confezioni. In altre parole, credo che scrivere "salmone scozzese" sia più importante per i padroni che per i gatti. O no?

Amen
Stefano:
Sicuramente la creazione di un mondo nuovo senza confini, senza nazionalismi ed interessi territoriali, in cui un'intelligenza collettiva, alla quale tutti possono partecipare, si impegna per sviluppare soluzioni in grado di migliorare la qualità, non solo materiale, della nostra società non può che definirsi un sogno. Eppure, chiudere gli occhi ed immaginarlo mi fa sentire bene.

 Giovedì, 25 gennaio 2007

Hotel Berna, Milano
Visto che ogni tanto mi sono lamentato della qualità degli alberghi milanesi, mi sembra giusto parlare bene di qualcuno quando merita (anche se Massimo mi già ha intercettato).

Sono capitato all'Hotel Berna perché era tra le scelte più economiche che booking.com mi proponeva: 91 Euro, colazione inclusa è un ottimo prezzo a Milano. La stanza 101 era piccola e le finiture non propriamente lussuose (ho la sensazione di non essere finito in una delle stanze migliori), ma il letto era comodo, tutti i contenuti del frigo bar gratuiti (!), wifi gratis per un'ora o 6 euro per 24 ore (!!), colazione ottima e abbondante, personale attento e cortese.

Decisamente un buon punto d'appoggio per le mie missioni milanesi.

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Roba che passa nel mio aggregatore
Per ben due volte nell'ultima settimana sono stato tentato di cliccare sul link "may offend" di Flickr.  ;-)

 Martedì, 23 gennaio 2007

Leggete e fate leggere "Gorizia Oggi"!
GoriziaOggiOggi può capitare che una giovane giornalista si stufi di sentirsi sfruttata nella redazione di un quotidiano locale, e decida di scrivere di cronaca locale su un blog.

Visto che il maggiore quotidiano locale non è accessibile gratuitamente in rete, questo blog ha tutte le carte per diventare la principale fonte di notizie locali per chi, come me, si informa esclusivamente in rete. I contenuti sono di ottima qualità, ci sono le rubriche e non mancano i link. Se siete a Gorizia o dintorni iscrivetevi al feed e dite a tutti quelli che conoscete di questo sito.

Adesso bisogna sviluppare qualche idea per rendere il sito visibile e riuscire a farci girare su un po' di pubblicità e qualche sponsorizzazione, se il blog deve mantenere un'unica persona non dovrebbe essere difficile riuscire a mettere in movimento la macchina.

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 Lunedì, 22 gennaio 2007

"Pieno di vuoto"
Questo articolo su A List Apart che parla di "whitespace", ovvero dell'importanza di lasciare degli spazi vuoti nel design grafico, mi ha ricordato Paolo de Dolcetti, il titolare della prima agenzia con cui ho lavorato e uno dei miei principali maestri (sia di grafica che di vita). Il signor de Dolcetti al posto di "whitespace", parlando in triestino usava il termine "pien de svodo".

 Venerdì, 19 gennaio 2007

Gatto 2.0

Sono molto contento del nostro nuovo gatto.

PS: mi dispiace moltissimo


 Martedì, 16 gennaio 2007

Piccoli Giornalisti Moderni
Interessante post su come i giovani che si avvicinano al giornalismo in Inghilterra vedono la professione, con diversi link e suggerimenti. Da quel poco che mi è capitato di sperimentare frequentando un paio di volte delle facoltà, anche in Italia i giovani giornalisti aspirano ad una professione che non esiste più. Ma non significa che non ci sia bisogno di gente che sappia scrivere e soprattutto ragionare, anzi.

He's back!
A quanto pare Cesare Lamanna è tornato con imho. Per scaramanzia non lo metto ancora nel blogroll per un paio di giorni.

Parole a caso
Vorrei tanto far parte anch'io di una "cabina di regia". Non so bene di cosa si tratti, ma la nostra intera classe politica sembra amare particolarmente il termine, tanto vago quanto privo di significato. Che ne dite, ci facciamo anche noi la nostra "Cabina di regia"? Potremmo anche aprire un sito web e venderle ;-)

 Lunedì, 15 gennaio 2007

Altre note sui blog
Sempre sul tema dei blog, trovo questa quarantina di punti di Hugh MacLeod condivisibili al 100%.

Cosa sono i blog
Se c'è una cosa che ho difficoltà a fare è scrivere in una certa lunghezza. Scrivendo documenti tecnici o preventivi, o post sul mio blog, di solito non serve stare in un certo numero di battute e ammiro i professionisti che lo sanno fare. Luca De Biase è un professionista, e in un modo o nell'altro trova sempre un sistema per farmi scrivere cose di una certa specifica lunghezza. Così ecco qua, cosa sono i blog secondo me, spiegato a qualcuno che non ne ha mai sentito parlare, in 1.997 battute.
Un blog è un piccolo sito web su cui puoi scrivere quello che vuoi. Non bisogna essere tecnici per scrivere su un blog, ci sono dei programmi facili da usare che costano poco o niente. Puoi usare un blog come un diario, puoi usarlo per informare i tuoi amici su quello che fai, puoi usarlo come un giornale personale, puoi metterci le tue foto, puoi usarlo per promuovere e vendere i tuoi prodotti, puoi anche proteggerlo con una password e usarlo per comunicare solo con chi vuoi tu.

Ma avere un blog è solo metà della storia, l'altra metà e leggere i blog. Siccome ce ne sono moltissimi (in tutto il mondo, e anche in Italia), passando di blog in blog troverai rapidamente persone con dei punti di vista diversi sule cose che più ti interessano. A me è capitato di incontrare più persone intelligenti e interessanti attraverso i blog che in qualunque altro ambiente (e io non sono per niente uno facile da accontentare). Grazie al tuo blog potrai partecipare alle conversazioni con tutte queste persone. Esistono strumenti e tecnologie che sono in grado di leggere tutto quello che viene scritto su tutti i blog e di ricostruire queste "conversazioni sparse": è facile sapere chi parla di cosa.

Ogni volta che scrivi su un blog, quello che scrivi si chiama "post": un blog è una serie di "post", e di solito il più recente è in cima alla pagina e i più vecchi sono sotto. Il post più difficile da scrivere è il secondo. Nel primo di solito si scrive "prova", per vedere se funziona, ma nel secondo bisogna scrivere qualcosa di interessante, che quasi di sicuro nessuno leggerà. Bisogna continuare a crederci per un po', incredibilmente la magia si ripete sempre, e dopo un po' ci saranno un po' di lettori che non solo leggeranno quello che scrivi, ma magari ogni tanto lasceranno un commento, arricchendo quello che hai scritto con opinioni e approfondimenti.

Usa il tuo blog per condividere il tuo punto di vista, i siti che vedi, le notizie che senti, il modo in cui il mondo cambia dall'esclusivo punto di vista del tuo lavoro, della tua esperienza, della tua capacità di interpretare le cose. Usa il più possibile i link: sono quelli che hanno reso unico il linguaggio del web. Linka altri siti, altri blogger, altre fonti, più manderai via la gente che verrà a visitare il tuo sito, più questi torneranno.

Quando avrai aperto il tuo blog nuovo e scritto il secondo post, mandami una mail. Mi interessa. Veramente.


 Domenica, 14 gennaio 2007

Globalizzati
Ieri abbiamo fatto un giro in un negozio che vende un po' di tutto: dagli arredi di giardino ai costumi i carnevale, dalle pentole a cibo per animali. Girando tra gli scaffali notavo ancora una volta come la gran parte dei prodotti fosse prodotta in estremo oriente, soprattutto in Cina.

Poi ho visto questo bel wok:

Wok

Che ci crediate o no era made in Italy.


 Venerdì, 12 gennaio 2007

Apple, disciplina e user experience
Molti (praticamente tutti) in questi giorni parlano di prodotti Apple e dell'iPhone. Dopo gli entusiasmi arrivano le critiche: è chiuso, non si possono cambiare le batterie, si graffierà.

Credo che criticare un prodotto che uscirà da queste parti tra un anno e a proposito del quale disponiamo di informazioni a dir poco parziali sia una come minimo una perdita di tempo, ma riflettendo su alcune di queste critiche mi è venuta qualche idea sul perché i prodotti Apple siano spesso "chiusi".

Ho a che fare con Apple dal 1979, o forse dal 1980. Ho imparato a disegnare sui primi Apple II (quella volta si scriveva Apple ][) usando comandi come HPLOT per tirare le righe. Questi primi "personal computer" erano decisamente aperti, al punto che si potevano anche comprare in kit: uno portava a casa una busta di pezzatti e si assemblava il suo computer.

Era parte della cultura dell'epoca, molti di coloro che poi hanno creato l'industria informatica di Silicon Valley, in quei giorni si trovavano all'Homebrew Computer Club per scambiarsi consigli su come costruire questi primi calcolatori.

L'idea che mi sono fatto è che Steve Jobs fosse un po' diverso rispetto a questa cultura: lui puntava a dei prodotti veri e propri, che funzionassero senza doverci mettere dentro le mani. Infatti pare che anche all'epoca dei primi Apple fu sua l'idea di venderli pre assemblati quando tutti li vendevano in kit.

Dopo pochi anni, nel gennaio del 1984, uscì il primo Mac. Dal punto di vista dell'interfaccia utente fu la rivoluzione che influenzò il resto della storia dei personal computer: praticamente tutti oggi usiamo mouse, puntatori, menu e icone che furono introdotti in dei computer commerciali da Apple con il Lisa prima e poi con i Macintosh.

Oltre all'interfaccia grafica, una delle differenze principali dei primi Mac è che erano chiusi. Non si poteva più aprire il proprio computer per cambiare un pezzo o per aggiustarlo. I Macintosh erano chiusi con viti particolari, servivano strumenti speciali per aprirli, non era roba per utenti, solo i tecnici autoizzati potevano farlo.

Era nato il primo computer in cui la "User Experience" era più importante della possibilità di metterci dentro le mani.

Da allora c'è una lunga storia di prodotti con la mela, hardware e software, chiusi, in cui cioè gli utenti non possono manipolare le parti più interne del sistema. Sembrerebbe che secondo la disciplina di Apple, gli utenti devono sempre essere protetti da ciò che avviene dietro le quinte: l'esperienza dell'utente dev'essere sempre il più pulita e lineare possibile.

Anche a me, come a molti, piace poter ogni tanto smontare le cose per vedere come sono fatte dentro, quindi di primo acchito tendo a resistere a quest'idea di chiusura, ma allo stesso tempo, avendo avuto modo di sviluppare la mia fetta di applicazioni, posso dire che una solida disciplina alla base del design dei prodotti consente di garantire una qualità altrimenti irraggiungibile.

Per fare un esempio, visto che sul sistema operativo di Apple non è previsto che gli utenti possano mettere le mani nelle parti più interne del sistema per installare o rimuovere programmi, nessuno prevede di dover manipolare registri di sistema, neanche in condizioni estreme. Visto che su Windows tutto sommato si può fare, finisce che anche gli utenti più sprovveduti debbano andare mettere le mani in un editor di registri che sarebbe bene non vedessero mai, questo perché un programmatore non ha fatto bene il suo lavoro prima, sapendo che c'era sempre un'ultima risorsa.

Vista dall'altro punto di vista, credo che uno dei motivi per cui i prodotti Apple siano generalmente in grado di offrire una user experience migliore, sia proprio dovuta al fatto che si tratta di prodotti chiusi, in cui solo pochi possono decidere cosa si può e non si può fare e quindi che hanno un livello di integrazione tra hardware e software e una perfezione nella coerenza di sviluppo che gli altri semplicemente non hanno perché non dispongono di questa disciplina del design.

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 Mercoledì, 10 gennaio 2007

Il Blog della Sera
Massimo nota come questo articolo sul Corriere abbia lo stile di un post ed sia pieno di link ad approfondimenti (inclusi alcuni blog). E brava Marina Rossi.

Notizie dal futuro
Già si prevede che dopo l'iPhone nel 2007 e l'iPhone Nano all'inizio del 2008, il prossimo anno Apple presenterà infine l'iPhone Shuffle.
Like the iPod Shuffle, the new iPhone Shuffle has no display. It's an all-white rectangle with a little green light to show that a call is in progress. While the iPhone Shuffle superficially resembles the iPod Shuffle, its user interface is even more spare. In place of the familiar round iPod "wheel" of the iPods, the iPhone Shuffle sports a single square button. When pressed, the iPhone Shuffle dials a random number from its phone book.
Il resto del divertente comunicato stampa lo trovate da Doc Searls.

No more spam
Questa mattina sul nostro server email è stato attivato un nuovo software anti spam. Che, come promette la categoria, ha praticamente del tutto eliminato del lo spam che ricevevo (e che nell'ultimo periodo era diventato proprio pesante).

Adesso capita spesso che quando faccio un check mail non ci siano messaggi nuovi, cosa che prima non succedeva mai. Dovrò riabituarmi a ricevere solo messaggi effettivamente indirizzati a me (anche se è probabile che presto gli spammer troveranno il modo di rientrare nella mia mailbox).

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 Martedì, 9 gennaio 2007

E' primavera, svegliatevi bambine.
Non sono per niente un esperto di cose di natura: guardo tutte le piante del mio giardino e noto che sono cariche di gemme. La cosa mi sembra strana ma francamente non posso dire di averle guardate anche l'anno scorso: per quel che ne so io le piante potrebbero essere sempre così in gennaio.

Però qualche dato obiettivo sono riuscito a trovarlo. Visto che è da tanti anni che ospitiamo il sito Meteo.Trieste.It sui nostri server, ho chiesto al mio socio di preparare una tabellina che confronta le temperature minime e massime rilevate ogni giorno dall'Istituto Nautico di Trieste con gli anni precedenti e l'ho inserita nella colonna laterale di questa pagina (al posto degli AdWords di google, così Gaspar non si offende più).

Così potete sapere anche voi quanti gradi c'erano a Trieste, giorno per giorno, negli ultimi 6 anni.

PS: uno che di queste cose se ne occupa molto seriamente è Beppe, colgo l'occasione per ringraziarlo del lavoro di ricerca che sta facendo per tutti noi.

 Sabato, 6 gennaio 2007

Blog, comunicazione e pubblicita'
Interessante e approfondito post su blog, metriche e pubblicità su Suzukimaruti [via Gaspar]. Enrico conclude dicendo:
Mi sa che nel 2007 potrebbe essere la volta buona che il nuovo Web fortemente sociale e animato da protagonisti che sono contemporaneamente scrittori e lettori potrebbe dotarsi di un modello di business proprio, autoprodotto, innovativo e auto-organizzato.
Sono d'accordo. Anzi, credo che stia già succedendo da un qualche tempo. Certo, bisogna evitare di misurarci con unità di misura mutuate da altri ambiti (no, neanche nel 2007 i blog faranno eleggere un candidato politico né contribuiranno a vendere un singolo fustino di detersivo), ma le opportunità ci sono e sono tutte da cogliere.

PS: in compenso, a proposito di pubblicità, io sono curioso di provare il cibo per animali biologico Aniwell di cui parlava Antonio.

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 Mercoledì, 3 gennaio 2007

Consigli per gli acquisti
Luca chiede:
Se dovessi consigliare un amico su dove investire alcune risorse per la promozione di una campagna online mirando a colpire i visitatori di di siti italiani "Web 2.0", su quali punteresti? Su quali basi oggettive (partecipazione degli utenti, frequentazione, tema) hai fondato il tuo consiglio?
Per quel che mi riguarda, al fantomatico amico consiglierei di stare alla larga da qualunque agenzia che prometta mari e monti e di assumere un blogger.

Dovendo avventurarsi in una terra sconosciuta, la scelta più saggia è quella di trovare una guida che conosca la zona e parli la lingua. Allo stesso modo, dovendosi avvicinare ad una nuova forma di comunicazione, consiglierei a qualsiasi azienda di tentare di individuare blogger competenti per il proprio settore o per settori attigui e cercare di creare una relazione professionale con loro per poter innescare la conversazione con il proprio pubblico.

E non sto dicendo di cercare blogger famosi: anche in Italia ci sono migliaia di persone che scrivono con competenza e passione sui più diversi argomenti; non si tratta di corromperli, si tratta di acquisire competenze.

In fondo anche Robert Scoble era completamente sconosciuto ai più e aveva un blog da ben prima di lavorare in Microsoft.

 Martedì, 2 gennaio 2007

Twitter Pro?
Azael dice:

e quando i datori di lavoro imporranno un twitter ad ogni dipendente per conoscere in ogni momento la loro attività?
Probabilmente succederà subito prima dell'impianto sottopelle di un chip RFID :-).

Seriamente però, credo che un servizio di questo tipo possa risultare utile anche in ambienti professionali. Pensate a situazioni in cui gruppi di persone collaborano da sedi diverse o telelavorano. Sapere cosa sta facendo il vostro collega potrebbe essere utile per capire se è il caso di disturbare o meno, o per conoscere il progresso di un certo progetto.

Ovviamente tutto dietro firewall che garantiscano un adeguato livello di riservatezza.

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A tempo di Twitter
Stando alla quantità di notifiche che ho ricevuto, in queste giornate festive Twitter ha guadagnato un certo numero di utenti in Italia, e visto come vanno queste cose di solito, è probabile che nei prossimi giorni il numero aumenti ancora in modo consistente.

Twitter è fondamentalmente un servizio di "status notification". I primi esempi di questo tipo di strumento si è visto con l'abuso che i ragazzini fanno della funzione di status nei programmi di instant messaging. Nato come meta-dato legato alla disponibilità (ci sono, non ci sono, ci sono ma sono impegnato) è diventato qualcosa di molto più dettagliato (sto facendo questa specifica cosa, sono andato in questo posto, sto ascoltando questo brano musicale).

Twitter separa questa funzione dal client di instant messaging e la porta in una pagina web (o in una conversazione IM, o in una serie di messaggi SMS). Con Twitter possiamo sapere cosa stanno facendo le persone che ci interessano. Penso sia il primo di una serie di servizi di questo tipo, e credo che cambieranno il modo in cui si usa la rete, rendendoci molto più coscienti dell'attività degli altri. Ovviamente all'inizio ci saranno soprattutto gli utenti più evoluti, quelli già abituati ad interagire intensamente con gli altri attraverso la rete, mentre qualcun altro bollerà tutto questo come una perdita di tempo e un'invasione della privacy.

Sarà curioso vedere come servizi di questo tipo potranno scalare. C'è un certo rischio di abuso, tutto sommato facilmente regolabile dal momento che è l'utente a decidere quali sono gli altri utenti che gli interessano. Regole non scritte sull'uso stanno già emergendo (Fullo ne raccoglie alcune), ma credo che sarà soprattutto interessante analizzare l'aspetto statistico. Quante altre persone ci interessano al punto da aggiungerle alla nostra lista di utenti? Che tipo di informazioni siamo disponibili a condividere con chi conosciamo? E con degli estranei?

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Paolo Valdemarin: 2007