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Updated: 1-02-2007; 11:13:20.

 Martedì, 2 gennaio 2007

Twitter Pro?
Azael dice:

e quando i datori di lavoro imporranno un twitter ad ogni dipendente per conoscere in ogni momento la loro attività?
Probabilmente succederà subito prima dell'impianto sottopelle di un chip RFID :-).

Seriamente però, credo che un servizio di questo tipo possa risultare utile anche in ambienti professionali. Pensate a situazioni in cui gruppi di persone collaborano da sedi diverse o telelavorano. Sapere cosa sta facendo il vostro collega potrebbe essere utile per capire se è il caso di disturbare o meno, o per conoscere il progresso di un certo progetto.

Ovviamente tutto dietro firewall che garantiscano un adeguato livello di riservatezza.

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A tempo di Twitter
Stando alla quantità di notifiche che ho ricevuto, in queste giornate festive Twitter ha guadagnato un certo numero di utenti in Italia, e visto come vanno queste cose di solito, è probabile che nei prossimi giorni il numero aumenti ancora in modo consistente.

Twitter è fondamentalmente un servizio di "status notification". I primi esempi di questo tipo di strumento si è visto con l'abuso che i ragazzini fanno della funzione di status nei programmi di instant messaging. Nato come meta-dato legato alla disponibilità (ci sono, non ci sono, ci sono ma sono impegnato) è diventato qualcosa di molto più dettagliato (sto facendo questa specifica cosa, sono andato in questo posto, sto ascoltando questo brano musicale).

Twitter separa questa funzione dal client di instant messaging e la porta in una pagina web (o in una conversazione IM, o in una serie di messaggi SMS). Con Twitter possiamo sapere cosa stanno facendo le persone che ci interessano. Penso sia il primo di una serie di servizi di questo tipo, e credo che cambieranno il modo in cui si usa la rete, rendendoci molto più coscienti dell'attività degli altri. Ovviamente all'inizio ci saranno soprattutto gli utenti più evoluti, quelli già abituati ad interagire intensamente con gli altri attraverso la rete, mentre qualcun altro bollerà tutto questo come una perdita di tempo e un'invasione della privacy.

Sarà curioso vedere come servizi di questo tipo potranno scalare. C'è un certo rischio di abuso, tutto sommato facilmente regolabile dal momento che è l'utente a decidere quali sono gli altri utenti che gli interessano. Regole non scritte sull'uso stanno già emergendo (Fullo ne raccoglie alcune), ma credo che sarà soprattutto interessante analizzare l'aspetto statistico. Quante altre persone ci interessano al punto da aggiungerle alla nostra lista di utenti? Che tipo di informazioni siamo disponibili a condividere con chi conosciamo? E con degli estranei?

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© Copyright 2007 Paolo Valdemarin.