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Il mio biglietto da visita.




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Updated: 16-12-2005; 15:54:31.

Paolo's Weblog.

 Mercoledì, 30 novembre 2005

"L'Autorità TLC ha deciso di rinviare a data da destinarsi l'esame del provvedimento che avrebbe cambiato radicalmente il proprio ruolo nel settore ADSL, offrendo nuove opportunità a Telecom Italia e suscitando vivacissime proteste da parte degli operatori concorrenti." [ Punto Informatico]

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 Lunedì, 28 novembre 2005

Massimo Mantellini lo spiega con parole semplici, Beppe Caravita approfondisce l'argomento, la versione brevissima è: il futuro di Internet in Italia è nelle mani di Telecom. E c'è ben poco di cui fidarsi.

E' vero: l'argomento del contendere non è facile da capire. Ma perdonatemi: anche lo scavo di un tunnel ferroviario non è esattamente una cosa semplice, eppure decine di migliaia di persone sono scese per la strada a protestare contro la TAV.

Io credo che lo sviluppo della rete Internet avrà sul futuro della nostra economia un impatto più significativo rispetto alla linea ferroviaria Lisbona - Kiev che ha innescato la sollevazione popolare in Val di Susa.

Come funzionano queste masse in movimento che si vedono da qualche anno e che sembrano un fenomeno nuovo. Si sono viste per il deposito di scorie radioattive in Basilicata (ed in quel caso hanno fermato il progetto), si sono viste contro la TAV in Val di Susa.

Apparentemente non sono organizzate in modo formale, si derebbe un caso di emergent democracy dove la gente si polarizza attorno a qualcosa. E quel qualcosa temo non sia la TAV o le scorie radioattive, bensì i media. Penso che la gente scenda numerosa per la strada perché ha visto in TV che c'è altra gente scesa numerosa per la strada.

Se vogliamo far qualcosa per evitare una rete dal futuro a tinte fosche è necessario far passare la notizia di una protesta al livello superiore, che coinvolga più gente e che inneschi un processo per cui ad un tratto tutti vogliano partecipare.

In un caso come questo benvenga un Grillo a far casino e cercare di spostare l'attenzione dei media su questo argomento. Salvare l'italica rete dalle grinfie di Telecom Italia potrebbe essere anche più importante che denunciare i precedenti penali di 23 parlamentari.

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 Venerdì, 25 novembre 2005

Per avere un'idea delle ultime tendenze americane nel mercato del lavoro per quanto riguarda software e servizi, leggetevi questo articolo su cosa succede dalle parti di Google, dove 300 persone si occupano di individuare in tutto il mondo persone da assumere per mantenere il ritmo di 10 nuovi assunti al giorno e dove un ingegnere in gamba viene corteggiato a suon di milioni, perché:
One top-notch engineer is worth "300 times or more than the average," explains Alan Eustace, a Google vice president of engineering. He says he would rather lose an entire incoming class of engineering graduates than one exceptional technologist. Many Google services, such as Gmail and Google News, were started by a single person, he says.
[via Memeorandum]

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 Mercoledì, 23 novembre 2005

Signore e signori: il blog della tipografia Ediprint. Congratulazioni.

Da quel che ho potuto vedere seguendo abbastanza distrattamente la vicenda di Ediprint vs. Giuseppe Mayer, secondo me tutto sommato la tipografia ha risposto abbastanza bene, andando a cercare i post in cui si parlava di loro su vari blog e fornendo risposte dove potevano (anche se ovviamente denunciare per diffamazione un cliente che ha un blog non è stato particolarmente saggio come primo passo). Molti altri, magari consigliati da un legale, si sarebbero guardati bene da partecipare a qualunque conversazione in linea.

Quello che manca ancora alla tipografia è una faccia.

Ormai viviamo in un mondo in cui i nomi delle società suscitano irritazione, ormai vogliamo vedere chi c'è dietro. Tra Giuseppe e Ediprint molti scelgono Giuseppe perché è una persona.

Guardate anche le campagne pubblicitarie di grandi aziende: la mamma che lavora alla Barilla e crea le mini farfalle pensando alla figlia oppure San Paolo che ha "meno banca, più Gustavo". C'è la rincorsa a mettere in primo piano le persone che lavorano dentro l'azienda proprio perché queste risultano più credibili dei brand.

Il consiglio a Ediprint e a tutte le altre aziende è quello che hanno già dato altri: apritevi un blog, iniziate a raccontare con la vostra voce e le vostre facce il lavoro che fate ogni giorno, continuate a partecipare alle conversazioni (anche quando diventano discussioni) con tutti i vostri clienti. Sono sicuro che i risultati non tarderanno.

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 Martedì, 22 novembre 2005

Le prenotazioni per Les Blogs sono chiuse, tutti i 350 posti sono stati venduti. C'e' una waiting list nel caso in cui qualcuno rinunci. Ecco la distribuzione geografica dei partecipanti:

FR 98
USA 39
DE 29
UK 27
NL 23
IT 11
BE 9
CH 9
DK 6
CA 6
ES 5
NG 5
HU 5
FI 3
LU 3
IR 3
AT 3
GH 2
SE 2
GN 1
PE 1
China 1
IL 1
ZA 1



 Venerdì, 18 novembre 2005

In un lungo e condivisibile post oggi Vittorio Zambardino ci ricorda che qui non siamo in America.

E' vero: durante la new economy 1.0 mentre lui nella sua startup spendeva miliardi per comprare tecnologia non supportata in America, io tentavo di sviluppare la stessa tecnologia nella mia startup 1.0 da vendere con prezzi e modi europei. Ovviamente la mia tecnologia veniva ignorata dalla gran parte delle aziende (ad eccezione della sua) che preferivano spendere un sacco di soldi per comprare roba che non avrebbero mai fatto funzionare.

Ho visto aziende venire costituite, spendere miliardi in licenze software e chiudere prima di riuscire a pubblicare una singola pagina html; bastimenti in fiamme al largo delle porte di Orione...

Ma è anche vero che una parte importante di questo web 2.0 (se vi irrita il nome chiamiamola quest'epoca tecnologica) è la componente sociale, non quella tecnologica o economica. Sebbene la penetrazione di Internet in Italia sia a livello da terzo mondo e non ci sia decisamente il tipo di cultura informatica che si trova in California o nel Nord dell'Europa, credo che anche l'Italia possa partecipare a questa fase di sviluppo facendo leva sulle proprie peculiarità.

Un mercato fatto da una maggioranza di piccole aziende potrebbe avere enormi vantaggi dall'adozione di applicazioni cedute in forma di servizio, dell'open source, di nuove forme per condividere la conoscenza e della viralità delle idee che caratterizzano questo web 2.0. Senz'altro almeno inizialmente non sarà la maggioranza ad abbracciare queste tecnologie, ma sono sempre le minoranze quelle che esplorano le nuove vie.

In altre parole è inutile illudersi di essere in California, ma non bisogna neanche rinunciare a tutto e mettersi a vendere suonerie solo perché sembra che al momento agli italiani non interessi altro.

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Da Ludo si parlava di blog e giornali, cercando di capire se e perché abbia senso per una redazione cercare di costruire una comunità di blogger attorno alla propria testata.

Pensandoci sotto la doccia stamattina mi è venuto in mente che l'elemento di maggior valore che tutti noi ricaviamo dalla frequentazione della blogosfera e probabilmente quello che dovrebbe suscitare maggiore interesse da parte di chi si occupa professionalmente di comunicazione è il tempo.

Oggi il tempo è senza dubbio il bene più raro e prezioso, tutti ne abbiamo troppo poco, tutti ne vorremmo di più per lavorare, per le nostre passioni, per non fare niente.

La blogosfera è un'enorme macchina in cui ognuno di noi riversa pezzetti del proprio tempo spesi per scrivere una riflessione come questa, per trovare un link che approfondisca una notizia, per commentare l'opinione di qualcuno, per condividere mille altri tipi di attività più o meno intellettuale.

Chiunque frequenti la blogosfera, per informazione o per svago, di fatto preleva questo tempo. Per esempio a me capita ormai regolarmente di ottenere notizie e informazioni non tanto frequentando decine di siti di quotidiani e riviste ma trovando link a questi siti creati da persone che hanno investito parte del loro tempo (che quindi io non dovrò spendere) per condividere una scoperta interessante.

Considerando che il problema principale per chiunque si occupi di comunicazioine è trovare il tempo per approfondire le notizie più rilevanti, un network di blogger nell'ambito del quale sia stata sviluppata stima e fiducia costituisce senza dubbio una risorsa preziosa.

Da questo concetto si può anche iniziare a discutere con quelli che ai blog non dedicano attenzione perché "non hanno tempo". Solo che adesso non riesco ad approfondire perché ho altro da fare. Magari approfondite voi se avete tempo ;-).

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Sulla prima pagina di Nòva ieri in edicola Luca De Biase scriveva di allarmi, un tema decisamente caldo e di cui non mi sembra ci sia stia peoccupando abbastanza. Una parte del pezzo è disponibile oggi sul suo blog. Tra le altre cose dice:

Luca De Biase: Il problema è che la tecnica dell'allarme è copiabile. E si può applicare a molti settori. Tanto che si diffonde. Fino a generare un sistema competitivo degli allarmi: un terreno sul quale si apre una nuova forma di concorrenza come quella che vediamo in questi giorni tra gli allevatori di pollame e l'industria dei vaccini. La verifica, vecchio arnese del giornalismo, a questo punto, dovrebbe tornare di moda.

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 Giovedì, 17 novembre 2005

Da oggi anche sul sito de La Stampa è possibile aprire dei blog basati su TypePad.

Credo che promuovere lo sviluppo di una comunità di blogger equivalga a mettere a disposizione una sorta di brodo primordiale in cui è possibile far nascere e crescere idee di ogni tipo e quando questo accade accanto a una redazione professionale le potenzialità sono infinite.

Staremo a vedere i risultati, nel frattempo auguri e congratulazioni a tutti :-)

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 Mercoledì, 16 novembre 2005

Stefano Bonacina commenta tra gli altri la vicenda di TitanoFilms, che aveva promesso qualcosa ai suoi clienti, non ha mantenuto la promessa ed è finita prima su ICTBlog e poi a Mi Manda Rai Tre.

Bonacina riassume efficacemente alcuni aspetti che le aziende dovrebbero iniziare a tenere seriamente in considerazione da subito. Sebbene sia vero che la vera popolarità il caso l'ha raggiunta in TV, l'innesco come avviene sempre più spesso è successo on-line.

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Qualche italiano in più a Les Blogs:

262 - Antonio Sofi - IT
263 - Giorgio Baresi - IT
264 - Andrea Corti - IT

Attenzione che sono rimasti disponibili solo un'ottantina di posti.

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 Martedì, 15 novembre 2005

Nell'ultima settimana sono stato abbastanza a Londra, un po' a casa e un giorno a Milano, quindi non sono riuscito a seguire molto di quanto è stato scritto in giro.

Guardando i link più recenti che ho ricevuto noto che Les Blogs è un tema un po' più caldo. Mi fa molto piacere che Sergio Maistrello venga a Parigi, se c'è qualcuno in grado di capire e raccontare quello che succederà questo è proprio lui.

Anche Mario Adinolfi parla di Les Blogs, notando giustamente come siano solo 3 gli italiani iscritti (in realtà nella lista c'è anche Marco Palombi, che però si è registrato come Tipic Inc - USA). Che io sappia ci sono un paio di altre persone che di certo verranno, alcune altre in forse, comunque sia la rappresentanza italiana sarà molto probabilmente scarsa e devo dire che trovo la cosa piuttosto deludente.

Chi dovrebbe venire secondo me? Non pretendo certo che ogni blogger italiano si prenda la briga e sostenga la spesa per partecipare a questa conferenza, in fondo si tratta di un evento fondamentalmente orientato agli addetti ai lavori e per alcuni anche l'aspetto linguistico è un problema. Ma ci sono un sacco di veri o presunti esperti di marketing e comunicazione sul web che di recente si sono occupati abbondantemente di weblog e social software e francamente mi sarei aspettato che almeno alcuni di questi esperti si fossero iscritti tra i primi ad una conferenza a cui parteciperanno alcune delle personalità più interessanti del settore e dove molto probabilmente nasceranno discussioni interessanti. Per un professionista un migliaio di euro tra viaggi, alberghi e iscrizioni per partecipare ad un evento di questo tipo sono un ottimo investimento.

Il fatto che nessuno di questi partecipi (e che magari qualche blogger diciamo "privato" deciderà di investire i suoi risparmi per venire a vedere che aria tirerà) tutto sommato conferma la sensazione che mentre in Italia i weblog godono di un certo successo nel mercato degli "amatori" (nel senso buono del termine), il settore professionale è ancora in alto mare.

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 Lunedì, 7 novembre 2005

Devo ammettere che fosse il primo aprile penserei ad uno scherzo. Ma siamo ai primi di novembre, quindi potrebbe anche essere una cosa seria.

Amazon Mechanical Turk è un nuovo servizio di Amazon che consente di formulare delle richieste da un sistema informatico usando una sorta di linguaggio di programmazione e fare in modo che le richieste vengano eseguite da degli uomini. Ci sono un sacco di cose che gli uomini possono fare molto più facilmente e rapidamente che un computer. Basta convertire ciò che dovete fare in HIT (Human Intelligence Task) e Amazon troverà per i volontari per il vostro programma.

Praticamente Matrix senza i fastidiosi grossi connettort a punta infilati nel collo. :-) [via TechCrunch]

Melablog segnala questo interessante post che confronta lo stile nelle presentazioni di Steve Jobs e Bill Gates: le slides del primo sono sempre essenziali, quelle del secondo sempre piene di roba. Inutile dire che lo stile del primo batte su tutti i fronti lo stile del secondo.

In effetti lo stile di Bill Gates assomiglia allo stile della gran parte dei manager in cui mi capita di imbattermi, con la sostanziale differenza che a Bill Gates le slides le prepara uno staff di grafici professionisti, quindi sono almeno gradevoli da vedere, i manager se le fanno da soli con PowerPoint.

Credo che fare le slides in PowerPoint sia uno dei pochi momenti in cui un manager può esprimere la sua creatività. Il fatto che non abbia alcun talento grafico e che nessuno gli ha mai detto che non è indispensabile scrivere proprio TUTTO quello che hai intenzione di dire in una silde, non serve certo a fermarlo.

Credo che investire in corsi su come preparare slides (o almeno in template che contengano al massimo 7 parole) e scatole di pennarelli con cui sfogare la creatività repressa potrebbe migliorare la qualità della comunicazione e della vita in molte aziende.

 Venerdì, 4 novembre 2005

Blogitalia ha incrociato il proprio database di blog italiani con l'archivio di Technorati. Il risultato è questa pagina: top 100 Italia.

I dati di Technorati non sono aggiornatissimi (a quanto pare i numeri resi disponibili attraverso le API non sono aggiornati quanto quelli visibili direttamente sul sito), comunuqe è un esperimento interessante.

A conferma di quel che pensavo la grandissima maggioranza di questi siti non li ho mai sentiti nominare, e ce ne sono ancora di meno che leggo regolarmente. La blogosfera inizia a diventare troppo grande per poterla conoscere tutta, e non è vero che sono sempre i soliti 4 gatti che si conoscono e si linkano a monopolizzare il traffico.

 Mercoledì, 2 novembre 2005

Gene Gnocchi: "Apple ha presentato due nuovi player MP3: l'iPod Mariano che contiene 3.000 canzoni napoletane e l'iPod Nano che le canta"

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Paolo Valdemarin: 2005