May 2008 Archives
Questo post da non perdere di mirumir sta raccontando l'Italia, Gorizia e la strage di Peteano (un luogo attraverso cui passo ogni mattina andando in ufficio).
Leggo con una certa curiosità su Bora.La di una possible concentrazione editoriale tra Bora.La stesso e GoriziaOggi (che continua essere il mio quotidiano locale preferito, nonché mia unica fonte di informazioni sulla mia città). Si parla di fare un'azienda, di migliorare software, di come assegnare le quote della "newco", con l'obiettivo di generare uno o più stipendi entro un paio d'anni.
Io sono profondamente convinto del fatto che dei blog, gestiti da giornalisti e non, possano essere un formidabile strumento per il futuro dell'informazione locale, ma credo anche che fare impresa costituire aziende sia una cosa seria e difficile, per non parlare di mettersi in società con altre persone. Credo che troppo spesso si voglia trasformare delle ottime iniziative in società, per finire a creare imprese che, come diceva Gaspar l'altro giorno, non arrivano a mangiare il panettone.
Magari quest'iniziativa particolare andrà benissimo, magari creerà profitti formidabili in pochi mesi, ma avendone costituite alcune e avendo partecipato in un certo numero di altre, il consiglio che penso di poter dare a chiunque voglia fare impresa è quello di costituire una società il più tardi possibile, e non come primo passo di una qualunque iniziativa (a meno che ci sia qualcuno che voglia metterci dei soldi veri e abbondanti).
Comunque sia, auguri :-)
Io sono profondamente convinto del fatto che dei blog, gestiti da giornalisti e non, possano essere un formidabile strumento per il futuro dell'informazione locale, ma credo anche che fare impresa costituire aziende sia una cosa seria e difficile, per non parlare di mettersi in società con altre persone. Credo che troppo spesso si voglia trasformare delle ottime iniziative in società, per finire a creare imprese che, come diceva Gaspar l'altro giorno, non arrivano a mangiare il panettone.
Magari quest'iniziativa particolare andrà benissimo, magari creerà profitti formidabili in pochi mesi, ma avendone costituite alcune e avendo partecipato in un certo numero di altre, il consiglio che penso di poter dare a chiunque voglia fare impresa è quello di costituire una società il più tardi possibile, e non come primo passo di una qualunque iniziativa (a meno che ci sia qualcuno che voglia metterci dei soldi veri e abbondanti).
Comunque sia, auguri :-)
Il 26 e 27 giugno sarò a Reboot a Copenhagen. L'anno scorso mi sono divertito molto, c'è un sacco di gente interessante, un'atmosfera unica e costa relativamente poco: da non perdere.
Sempre in tema di conferenze, Loïc ha appena annunciato l'apertura delle iscrizioni per Le Web '08, che si terrà il 9 e 10 dicembre, come sempre a Parigi.
Euan Semple ha ricevuto un invito da parte di Alfa Romeo a provare la nuova MiTo a Varano, e per tutta risposta ne ha parlato male sul suo blog.
Nei commenti, David Cushman nota giustamente che il problema non è tanto nel messaggio precotto, ma nel fatto che a Euan del brand Alfa Romeo non interessa niente (se lo stesso messaggio fosse arrivato da Apple, la sua reazione sarebbe stata diversa) e che l'agenzia di PR avrebbe dovuto preoccuparsi di capire quali fossero i suoi interessi prima di invitarlo.
Nei commenti, David Cushman nota giustamente che il problema non è tanto nel messaggio precotto, ma nel fatto che a Euan del brand Alfa Romeo non interessa niente (se lo stesso messaggio fosse arrivato da Apple, la sua reazione sarebbe stata diversa) e che l'agenzia di PR avrebbe dovuto preoccuparsi di capire quali fossero i suoi interessi prima di invitarlo.
E' bello cucinare per gli amici quando si avventurano dalle mie parti.
Nella puntata di Report di domenica scorsa il tema era di nuovo la moda. L'inchiesta di Sabrina Giannini racconta di come le grandi marche della moda non solo marchino "Made in Italy" roba prodotta in Cina, ma soprattutto di come anche i prodotti fatti veramente in Italia siano di fatto realizzati non dai bravi e famosi artigiani italiani ma da "sweatshops" di pieni di immigranti clandestini cinesi.
Ora: a parte il fatto che pagare 3000 euro un prodotto che all'origine ne costa 30 è da deficienti, resta il fatto che qualche vero artigiano c'è ancora e che è ancora in grado di realizzare prodotti d'eccellenza. Ma come fare a far incontrare bravi produttori e clienti (visto che le grandi marche sono in buona parte una manica di ladri)?
Non che Slow Food sia stata la cura di tutti i mali, ma è senz'altro vero che il movimento enogastronomico è stato in grado di mettere in luce molti prodotti di nicchia e di creare interesse per alcuni produttori più in gamba e soprattutto negli anni ha aumentato l'attenzione per la qualità (più che per il marchio) da parte dei consumatori.
Forse sarebbe il caso di iniziare a pensare a "Slow Fashion", ovvero un'organizzazione che possa mettere in contatto produttori di moda di nicchia con il mercato. Magari sul web. Magari con un bel sistema di reputazione e ranking da parte dei consumatori stessi.
Potrebbe essere una cosa buona e giusta da fare per Luca Cordero di Montezemolo nel suo nuovo ruolo di ambasciatore del made in Italy (ma si metterebbe mai contro le grandi aziende che ha rappresentato fino a qualche settimana fa?).
Ora: a parte il fatto che pagare 3000 euro un prodotto che all'origine ne costa 30 è da deficienti, resta il fatto che qualche vero artigiano c'è ancora e che è ancora in grado di realizzare prodotti d'eccellenza. Ma come fare a far incontrare bravi produttori e clienti (visto che le grandi marche sono in buona parte una manica di ladri)?
Non che Slow Food sia stata la cura di tutti i mali, ma è senz'altro vero che il movimento enogastronomico è stato in grado di mettere in luce molti prodotti di nicchia e di creare interesse per alcuni produttori più in gamba e soprattutto negli anni ha aumentato l'attenzione per la qualità (più che per il marchio) da parte dei consumatori.
Forse sarebbe il caso di iniziare a pensare a "Slow Fashion", ovvero un'organizzazione che possa mettere in contatto produttori di moda di nicchia con il mercato. Magari sul web. Magari con un bel sistema di reputazione e ranking da parte dei consumatori stessi.
Potrebbe essere una cosa buona e giusta da fare per Luca Cordero di Montezemolo nel suo nuovo ruolo di ambasciatore del made in Italy (ma si metterebbe mai contro le grandi aziende che ha rappresentato fino a qualche settimana fa?).
O forse i tempi sono maturi per una realtà veramente emergente, fatta dai consumatori più attenti. Un wiki in cui indicare dove trovare un buon paio di scarpe, una bella camicia o un abito su misura a prezzi onesti e di qualità adeguata. Made in Italy.
Riparto con un blog nuovo, perché quello vecchio ormai mi aveva stufato e perché ho ancora un paio di cose da dire e spero di trovare il tempo e il modo per farlo.
Ci sono ancora un po' di dettagli da mettere a posto, sto praticamente cercando di innestare il blog di MovableType dentro il mio vecchio blog gestito con Radio, in modo da mantenere tutti i vecchi contenuti in linea, non rompere nessun permalink e continuare allo stesso tempo con una tecnologia un po' più moderna (che francamente devo ancora capire come funziona...).
Prevedo che per un po' da queste parti ci saranno "lavori in corso", ma almeno incominciamo di nuovo a muoverci.
A presto :-)