Il treno arriva in ritardo e una marea di gente tenta di entrare nel marciapiede d'imbarco mentre la marea di gente che era sul treno tenta di uscire dal marciapiede d'imbarco. Si crea un ingorgo di viaggiatori e bagagli. Certi preferiscono scavalcare i binari piuttosto che essere schiacciati nella bolgia. La folla, per definizione stupida, si accalca per cercare di superare gli altri, finendo per rendere più denso il centro in cui i due gruppi si incrociano. Un paio d'imbecilli signore decidono che è meglio affrontare la ressa senza il carrello, e quindi lo abbandonano in mezzo al casino, decine di persone iniziano ad inciampare. Mai vista una cosa del genere, stiamo dieci minuti solo per salire sul treno (dove i posti sono comunque prenotati, quindi non ha nessun senso correre per accaparrarseli).
Alle 16.55, ora prestabilita per la partenza, il treno rimane fermo in stazione.
Alle 17.20, sempre a treno fermo, ci informano che a causa delle avverse condizioni del tempo il treno subirà dei ritardi.
Alle 17.45 ci informano che il treno è stato soppresso. A questo punto tutti scendono e si mescolano in una folla isterica che si accalca nella stazione, drappelli di turisti stranieri vagano senza guida a destra e a manca, drappelli corrono di marciapiede in marciapiede cercando di abbandonare la città mentre una voce metallica e inesorabile annuncia a ripetizione la soppressione di altri treni.
Io afferro la preziosa carta "cliente affezionato e contento" di Jolly hotel e prenoto al volo una stanza, prima che la calca si renda conto di non aver vie di fuga.
Ed è da quella stanza che vi scrivo ora, sempre prigioniero a Milano.
Tenterò di fuggire di nuovo domani con un Intercity delle 9 (su cui, per ora, il sito delle FS non mi consente di prenotare un posto).