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Updated: 5-02-2006; 20:11:51.
Paolo's Weblog.
Martedì, 31 gennaio 2006
Prima non potevo dirlo... ma l'altra settimana sono andato a Washington per lavorare assieme a Marc Canter ad un interessantissimo progetto per AOL; ormai non più segreto da quando è uscito questo articolo su Business Week.
Tra le persone che ho incontrato in AOL c'è stato anche Ted Leonsis, vice presidente dell'azienda e proprietario della squadra di hockey Washington Capitals. E' stato interessante sentire quanto Ted sia attento a come il web parla di lui ed in particolare cosa appare sui blog. L'anno scorso ha invitato un blogger che era stato particolarmente critico nei suoi confronti a vedere una partita assieme a lui nel suo box. Stando a lui è stato un incredibile successo in termini di pubbliche relazioni, sono stati scritti centinaia di post a commento della cosa e le relazioni con i tifosi sono migliorate notevolmente.
Le aziende devono ancora scoprire come interfacciarsi con una nuova generazione di pubblico connesso in rete e faranno ancora un sacco d'errori. Per esempio il responsabile delle pubbliche relazioni di un'azienda che manda all'autore del blog più visitato del mondo la minaccia di un'azione legale, probabilmente non ha fatto una scelta molto saggia.
Leggo da Massimo che è on-line il blog di Di Pietro.
Lo stile di scrittura ricco di inutili grassetti, con un'immagine rigorosamente all'inizio di ogni post, è sorprendentemente simile al blog di Grillo, probabile che le voci secondo cui anche questa è un'opera di Casaleggio Associati siano vere.
Ad ogni modo faccio tanti auguri a personaggi e interpreti coinvolti, comunque siano fatti e chiunque li scriva, più blog ci sono in giro più sono contento :-)
Tags: Casaleggio, Antonio Di Pietro
Lunedì, 30 gennaio 2006
Nel caso in cui non abbiano invitato neanche voi al World Economic Forum di Davos (o se non ci siete potuti andare perché eravate a pranzo con Antoine Bernheim) potete comunque assistere ad alcune delle sessioni più interessanti grazie a blogger più fortunati che ci sono stati.
Io mi sono sentito questo intervento registrato da Loïc Le Meur sulle possibili future pandemie. Interessante.
Uno degli aspetti chiave è l'organizzazione non solo dei paesi ma anche delle comunità e delle imprese a far fronte ad una pandemia. E si tratta solo di organizzare ospedali e vaccini: ad esempio le imprese devono prepararsi a poter lavorare senza un terzo dei dipendenti che, essendo contagiosi o a rischio, non potrebbero recarsi in ufficio. Per non parlare della necessità di implementare strategie di telelavoro che consentano di mantenere la produttività a distanza.
Mi vien da pensare che nel caso di una pandemia la possibilità di utilizzare intensivamente moderni sistemi di social networking (magari installando un buon antivirus ;-) potrebbe fare la differenza.
Ho la sensazione che tra la poca capacità di organizzarci e l'arretratezza tecnologica, noi italiani potremmo soffrire più di altri nel caso in cui si dovesse verificare un evento del genere.
Tags: pandemia, World Economic Forum
Venerdì, 27 gennaio 2006
Dopo aver dormito come un sasso mi sono svegliato presto per aver tempo di trovare il modo per arrivare in stazione. Stando alla signorina alla reception, di taxi non se ne parla proprio, c'è solo la metropolitana.
Non è tanto il fatto che io sono snob e mi piace viaggiare comodo, ma ho una valigia che pesa tanto da sembrare imbullonata al pavimento, l'idea di salire e scendere le scale coperte di neve con questo colosso al seguito mi deprime.
Fortunatamente a quel punto entra un autista che si offre di accompagnarmi. Il percorso è brevissimo ma comunque ci impieghiamo 10 minuti. Le strade non sono state pulite nonostante nevichi ormai da ieri mattina. Arrivo alla stazione e l'autista mi chiede 15 euro. Sono i miei ultimi contanti, ma comunque il biglietto l'ho prenotato ieri sera via internet (anche se non sono riuscito a farmi mandare l'SMS di conferma).
Almeno un terzo delle macchine che distribuiscono i biglietti sono fuori servizio. Quelle che funzionano hanno un'interfaccia utente talmente orrida (avete presente Windows 3.11?) che vedo molti rinunciare all'impresa e mettersi in fila.
Recupero il biglietto con la prenotazione per il mio Eurostar. Mancano ancora 40 minuti e esco sulla piazza per vedere com'è la situazione.
E' così:
Vado ai treni e scopro che la gran parte dei convogli è in ritardo. Tutti i treni per Torino non partono, quelli che vanno verso est sono in ritardo.
Decido di salire su un intercity che parte (in ritardo) prima dell'Eurostar su cui ho prenotato, almeno questo sembra che parta. In effetti con mezz'ora di ritardo parte: finalmente mi sto muovendo nella direzione giusta!
Il panorama fuori Milano sembra la Siberia, bisogna ammettere che è una situazione eccezionale.
A Brescia scende un po' di gente e mi siedo, non c'è molto posto e un vagone di prima è spento (niente luci e riscaldamento). Siamo in ritardo di 80 minuti.
Verso Desenzano la neve diventa pioggia e comunque è caduta meno neve.
A Mestre termina la tratta dell'Intercity, non c'è traccia di neve. Il primo treno per Trieste sul tabellone parte alle 12:36, è un altro Intercity, ma io ho un biglietto per un interregionale. Penso di mettermi in coda per fare il supplemento, ho 10 minuti a disposizione, ma la coda è lunghissima e mi ricordo di aver dato i miei ultimi contanti all'autista... mentre valuto se è il caso di mostrare una carta di credito alla biglietteria (spesso inspiegabilmente questo li sconvolge) annunciano che il treno delle 12:36 è in ritardo di 90 minuti. Meno male che non ho fatto il supplemento.
Aspetto e salgo sull'interregionale delle 13:23 e incredibilmente funziona tutto, arrivo in perfetto orario alla stazione di Cervignano, dove c'è il sole.
Dopo 42 ore di viaggio sono a casa :-)
PS: fatevi un giro su Flickr per avere un'idea di come si presenta Milano oggi.
Giovedì, 26 gennaio 2006
Puntuale mi presento alla stazione centrale per prendere il mio Eurostar per Trieste. Anzi, arrivo in anticipo perché inizio a cercare un taxi due ore prima. Ormai sono preparato, lo so che a Milano i taxi non ci sono quando piove, quando nevica, quando c'è SMAU, quando c'è la moda, quando c'è lo sciopero dei taxi, nelle ore di punta e in ogni altro momento dell'anno.
Il treno arriva in ritardo e una marea di gente tenta di entrare nel marciapiede d'imbarco mentre la marea di gente che era sul treno tenta di uscire dal marciapiede d'imbarco. Si crea un ingorgo di viaggiatori e bagagli. Certi preferiscono scavalcare i binari piuttosto che essere schiacciati nella bolgia. La folla, per definizione stupida, si accalca per cercare di superare gli altri, finendo per rendere più denso il centro in cui i due gruppi si incrociano. Un paio d'imbecilli signore decidono che è meglio affrontare la ressa senza il carrello, e quindi lo abbandonano in mezzo al casino, decine di persone iniziano ad inciampare. Mai vista una cosa del genere, stiamo dieci minuti solo per salire sul treno (dove i posti sono comunque prenotati, quindi non ha nessun senso correre per accaparrarseli).
Alle 16.55, ora prestabilita per la partenza, il treno rimane fermo in stazione.
Alle 17.20, sempre a treno fermo, ci informano che a causa delle avverse condizioni del tempo il treno subirà dei ritardi.
Alle 17.45 ci informano che il treno è stato soppresso.
A questo punto tutti scendono e si mescolano in una folla isterica che si accalca nella stazione, drappelli di turisti stranieri vagano senza guida a destra e a manca, drappelli corrono di marciapiede in marciapiede cercando di abbandonare la città mentre una voce metallica e inesorabile annuncia a ripetizione la soppressione di altri treni.
Io afferro la preziosa carta "cliente affezionato e contento" di Jolly hotel e prenoto al volo una stanza, prima che la calca si renda conto di non aver vie di fuga.
Ed è da quella stanza che vi scrivo ora, sempre prigioniero a Milano.
Tenterò di fuggire di nuovo domani con un Intercity delle 9 (su cui, per ora, il sito delle FS non mi consente di prenotare un posto).
A dir la verità pensavo di risparmiarvi il post finale sul tema "quanto sembriamo terzo mondo arrivando dall'america". In fondo lo hanno già scritto in tanti, e poi mentre una volta mi divertiva oggi mi infastisce un po'. Quando degli amici americani iniziano con il loro senso di superiorità cerco sempre di ridimensionarli con il nostro senso di superiorità: eccheccavolo, noi siamo europei!
Avevo deciso di soprassedere sulla totale mancanza di indicazioni appena arrivati a Malpensa, sul poliziotto che urla (solo in italiano) "I passeggeri europei da questa parte!", sulla cameriera scorbutica che prende a male parole uno che non riesce ad ordinare da solo un cappuccino perché probabilmente è bulgaro e lei parla solo brianzolo, in fondo sono sempre le stesse storie trite e ritrite, e gli americani ti offriranno magari un servizio migliore (sempre), ma spesso sono stupidi oltre ogni immaginazione per risolvere i problemi più semplici.
Poi, verso le 9 di stamattina, ha iniziato a nevicare un po'. Niente di tale, stando in piedi in un terminal dove il rapporto poltrone/passeggeri è di circa 1:5, si vedeva qualche fiocco cadere. Arrivata l'ora di abbordare il bus che porta all'aereo c'era uno strato di mezzo centimetro di neve al massimo.
Dopo una mezz'oretta seduti nell'aereo pronti a partire il capitano ci ha detto che avremmo avuto un ritardo di 40 minuti a causa della procedura di de-icing. 15 minuti dopo ci annunciavano un ritardo di 5 ore e che ci avrebbero riportato al terminal. Arrivati al terminal ci hanno detto che il volo era cancellato e ci saremmo dovuti arrangiare per arrivare a Trieste.
Quindi eccomi qua, ho trovato rifugio dai vecchi amici di Top Digital, aspettando che arrivi l'ora del treno per casa potendo ricaricare le batterie del computer (vi ho detto che non ci sono prese di corrente negli aeroporti italiani?) e non posso che vomitarvi adosso tutto il mio disgusto per questo paese di cialtroni in cui un aeroporto costruito in una delle zone più fredde della pianura padana viene chiuso per qualche fiocco di neve.
Martedì, 24 gennaio 2006
Ieri ho passato tutta la giornata a fare riunioni in una grande azienda tecnologica da queste parti. Incredibile quanto grandi diventino le aziende qua: questi hanno un'uscita dell'autostrada fatta solo per loro. Impressionante.
Inizio ad essere un po' preoccupato per il rientro: le notizie che arrivano sull'Alitalia non sono delle migliori. Fortunatamente la mia valigia è arrivata: tra quello che mi ero portato e quello che ho comprato nel caso in cui non arrivasse posso vivere qua per un pezzo :-)
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Lunedì, 23 gennaio 2006
Qualche altra considerazione in ordine sparso sugli USA.
Washington è monumentale. Molto monumentale. Pensate alla grandeur francese che incontra budget, misure e gusti americani.
La poltrona su cui è seduto Lincoln al Lincoln Memorial è decorata con dei fasci. Niente di tale, appaiono in moltissimi simboli che niente hanno a che fare con il fascismo. Questo monumento è stato inaugurato nel 1922. Nel 1848 la cerimonia d'inaugurazione del monumento a Washington è stata organizzata dalla massoneria. Di alieni non c'è traccia, ma non escluderei che il nuovo monumento ai liberatori della seconda guerra mondiale sia in realtà una mega antenna interstellare...
Qua si usa un sacco il legno. Non solo per costruire le case, anche i cartelli dell'autostrada sono spesso e volentieri attaccati a pali di legno.
Gli hamburger sono buoni. Non parlo della roba di McDonald. Parlo di quelli che si ordinano in un bel ristorante.
Lo spreco energetico è fenomenale. La gente lascia la macchina in moto per ore solo perché non si raffreddi l'interno. Spegnere la luce uscendo da una stanza è una cosa che qua non hanno mai sentito. Non è che noi siamo più educati, è che da noi carburanti e energia costano molto di più. Forse non è una cosa del tutto negativa tutto sommato.
Quando si compra una camicia in Italia c'è solo la misura del collo, qua chiedono collo e lunghezza mainca. Per i pantaloni da noi c'è solo la vita, qua c'è vita e lunghezza. Per le calze da noi ci sono le misure del piede, qua c'è un'unica misura per tutti. E le calze sono made in Italy.
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Domenica, 22 gennaio 2006
Sono le 7 del mattino a Dulles, Virginia, e come ogni mattina ascolto il giornale radio Rai (solo che in questo caso si tratta di quello delle 13 in streaming) che parla dei problemi e degli scioperi Alitalia (argomento che di solito mi interessa molto meno di adesso).
Qualche considerazione sparsa sull'America.
E' da 5 anni che non venivo da questa parte dell'oceano e da un primo giretto fatto ieri sera la sensazione è che ci sia enorme ottimismo. Ci sono grattacieli in costruzione ovunque e i pochi con cui ho parlato pensano che le cose continueranno ad andare bene. E' una sensazione piacevolmente diversa rispetto a quella che si respira a casa (e che sto sentendo alla radio in sottofondo... ma perché sto ascoltando queste notizie?).
Mi ero dimenticato la sensazione di grandezza che c'è qua. Dico proprio in termini di dimensioni: qua c'è spazio. Pur essendo in un albergo abbastanza economico (meno di $90 al giorno), la stanza è enorme e il letto avrà 3 o 4 piazze. L'accesso a internet in camera è gratuito.
Ricordate il dialogo all'inizio di Pulp Fiction con John Travolta / Vincent Vega che racconta dell'Europa? Funziona anche al contrario: qua hanno le stesse cose che abbiamo noi ma sono tutte un po' diverse. Dalle maniglie delle porte ai rubinetti, dalle lampadine alla distanza tra gli strappi sulla carta igienica. Io comunque preferisco un buon caffé americano che un espresso così così.
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Sabato, 21 gennaio 2006
Si potrebbe pensare che per differenziarsi dalle altre compagnie aeree Alitalia offra del cibo migliore. In fondo siamo famosi in tutto il mondo per la nostra cucina no? Volare con Alitalia potrebbe essere una buona scelta per chi, già che deve per forza passare 10 ore chiuso in un tubo di alluminio respirando le esalazioni di 200 persone, vuole almeno godersi un pasto, una merenda e un caffé decenti. Mettetemi pure in conto 50 euro di pasto. Anche 100, visto che viene servito tra le stelle.
Ma per il momento i parametri che vengono dati a chi prepara i pasti devono essere qualcosa tipo "basta che non sia eccessivamente velenoso".
Comunque sia sono arrivato in america, nonostante le previsioni qua è più caldo che a casa (17 gradi), l'albergo ha una connessione a internet veloce e gratuita, e la mia valigia si è persa.
Venerdì, 20 gennaio 2006
Sempre che gli scioperi me lo consentano, che i terroristi non attacchino e che io riesca a svegliarmi in tempo per prendere un volo alle 6:40, io domani parto per Washington DC. Così la prossima settimana West Wing me lo guardo dal vivo. :-)
Vittorio Zambardino racconta la storia della notizia di Skype ed i miagolii. Dice: Ho preparato quel pezzo in tutta fretta, perché avevo altro da fare, credo di averci messo 20 minuti in tutto. Nel leggere la notizia originaria, un articolo di Business Week, la parola "text" è scappata alla mia attenzione. Fossi stato a Roma, avrei fatto una telefonata, come faccio si solito, ad amici che sono specializzati nel settore e di cui mi servo per verificare le notizie. Lì non si poteva. Ho rischiato. Vi rivelo una cosa: nel giornalismo si rischia spesso. Perché non hai tempo, perché hai altro da fare, perché in quel momento non c'è la fonte. Stavolta è andata male. Dopo qualche mail di rettifica, ho capito di avere, come si dice in gergo, "schiacciato una merda", E ho fatto quelle telefonate il giorno dopo. Ecco come si è proceduto. Secondo me questo è il bello dei blog, dico sul serio. Spesso i blog offrono la possibilità di vedere "dietro le quinte", di capire come pensano e agiscono persone che svolgono una professione diversa dalla nostra. Ho sempre trovato affascinante stare a guardare un professionista al lavoro, poco importa che si tratti di un falegname o un giornalista, magari non si impara, ma aiuta a capire le prospettive.
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Mercoledì, 18 gennaio 2006
Molti citano questo post su Gizmodo che parla di come alcune aziende abbiano riprodotto il proprio marchio sul tetto e di come questo sia visibile da satallite e quindi individuabile su Google Earth o servizi simili. In Italia segnalo che il vialetto a forma di logo di I.NET a Settimo Milanese è chiaramente visibile: se avete Google Earth eccovi il Placemark (Google Maps non è aggiornato). Se non avete Google Earth andate a scaricarvelo subito.
Technorati Tags: Google maps, Inet
Martedì, 17 gennaio 2006
Capita sempre più spesso di chiedersi cosa cavolo fumano quelli che si inventano 'sti spot pubblicitari...
maxmac: ...Poi il gatto passa ma non è il lieto fine, che arriva quando occhieggia civetta su un altro tetto dove un altro intelligentone si è portato a spalle una bicicletta dal piano terra per ripararla... [continua]
Lunedì, 16 gennaio 2006
Avevo iniziato a scrivere un'altra cosa su Grillo, Casaleggio, Maurizio Benzi, Blogitalia e Technorati...
Ma in fondo, come ha detto a suo tempo Simone, è come sparare ai pesci in un barile.
Quindi passiamo ad altro.
Domenica, 15 gennaio 2006
Appena letto questo post di ZetaVu mi sono precipitato per postare il mio commento di vibrante protesta... ma Sergio e Massimo avevano già detto quel che dovevo dire. Così mi imparo ad alzarmi tardi la domenica...
Technorati Tags: Massimo+Mantellini, Sergio+Maistrello, Vittorio+Zambardino
Venerdì, 13 gennaio 2006
Questa idea di abbonarsi all'orto mi piace, ci sto facendo un pensierino. Costa meno di Sky ed è molto più sano. [via Simplicissimus]
Technorati Tags: ParcoDeiBuoi
La migliore barzelletta sulle bionde della storia!
Giovedì, 12 gennaio 2006
Mauro Lupi e Giuseppe Granieri approfondiscono brillantemente il discorso iniziato ieri sera a proposito di link e affidabilità.
Poi stamattina con Giuseppe ci siamo lasciati un po' trasportare :-)
Technorati Tags: Casaleggio, Giuseppe Granieri, Mauro Lupi
Mercoledì, 11 gennaio 2006
In un recente post Beppe Grillo parla di fiducia. Illustra il suo post con un grafico estratto da una ricerca pubblicata da Casaleggio (società di consulenza che assiste Grillo stesso nelle sue avventure on-line). In questa ricerca, che in parte avevo visto già a Parigi a Les Blogs presentata da Davide Casaleggio, in cui si parla di affidabilità. In particolare nell'introduzione si legge: L'affidabilità in Rete rappresenta un valore economico di enorme
importanza ed è espressa in numero di link, o collegamenti, a un sito o a un
blog. Maggiore il numero di link, maggiore l'affidabilità. Questa valutazione
deriva dal fatto che se un'informazione è ritenuta importante, o un'opinione
rilevante, è probabile che sia citata e il suo indirizzo riportato in un sito o in
un blog. (il corsivo è mio)
Da questo punto di partenza la ricerca di Casaleggio si sviluppa in una serie di grafici basati su dati tratti da Technorati e Alexa in cui si confrontano siti di media tradizionali con dei blog, concludendo che siccome i blog hanno più link sono più affidabili. C'è anche questo blog in uno dei grafici: stando a loro io sono più affidabile del Sole 24 Ore, di Panorama e del Giornale. Capisco che nello stesso grafico ci sia anche, in cima, il blog di Beppe Grillo, e che quindi a Casaleggio vada bene presentare i dati in questo modo. Credo che nessuno possa dire che io non sia un fautore dei blog, però uno studio che si basa sul presupposto numero di link = affidabilità non può che essere definito una stupidaggine. E' vero che un'opinione interessante è probabile che venga linkata, ma dare una relazione diretta tra numero di link e livello di affidabilità è un salto logico del tutto privo di fondamenti. All'inizio di questo post ho linkato sia Grillo che Casaleggio, e non li considero per niente affidabili.
Technorati Tags: BeppeGrillo, Casaleggio
Martedì, 10 gennaio 2006
Berlusconi: "Mai avuto a che fare con Gnutti e Consorte"
Devo ammettere che quando ho sentito di sfuggita la notizia alla TV per un attimo mi sono chiesto chi fosse la moglie di Gnutti. :-)
Lunedì, 9 gennaio 2006
Mi informano che la puntata di stasera di DigiTalk (eccezionalmente
disponibile in anteprima sul sito web) parlerà di Web 2.0.
L'introduzione con un Marco Camisani Calzolari sdoppiato promette bene :-)
Technorati Tags: DigiTalk
Da quel che vedo mi sembra che questo sarà un anno di cambiamenti. Un mio vecchio socio triestino usava dire "succedi robe" per dire che c'è movimento nell'aria, che "succedono cose".
Un sacco di amici cambiano lavoro, certi magari vengono licenziati, altri si licenziano per cercare qualcosa di diverso. Volenti o nolenti molti dovranno cambiare perché le rivoluzioni succedono e per quanto ultima ruota del carro anche da queste parti le cose si muovono. E poi ci saranno le elezioni.
Per quanto possa darsi da fare nessun governo ha il potere che un'opinione pubblica demoralizzata e depressa può esercitare. Quindi un cambiamento, qualsiasi tipo di cambiamento, ci aiuterà a cambiare prospettiva, voltare pagina e andare avanti.
Ovviamente non sarà facile, e quelli troppo ottimisti come me sono destinati a prendersi qualche mazzata sulle gengive... Ma tutto sommato meglio così che essere musoni pessimisti come Mantellini ;-)
Sabato, 7 gennaio 2006
Cosa succede se portate una vostra amica modella dotata di uno smart phone Nokia e di un notevole talento a visitare una web farm a Milano? Questo. Altro che citizen journalism!
Technorati Tags: Anina, Inet
Mercoledì, 4 gennaio 2006
Lunedì scorso (3 giorni fa) il Los Angeles Times riportava la voce che Google sarebbe stata impegnata in una trattativa con Wal-Mart (la più grande catena americana di ipermercati) per mettere sul mercato un PC a bassissimo costo funzionante con un sistema operativo creato da Google stessa (e quindi non Windows).
Ieri se ne è parlato abbastanza in rete.
Oggi, mentre Google e Wal-Mart stanno smentendo la notizia (non che questo sia particolarmente significativo) Repubblica titola "Google lancia il suo pc a 200 dollari".
Poi ci si chiede da dove arrivi tutta la disinformazione che c'è in giro.
La verità la scopriremo venerdì, nel frattempo buon anno a tutti.
Technorati Tags: Google, Repubblica
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