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Updated: 18-12-2005; 18:36:41.

 Lunedì, 29 settembre 2003

In risposta a questo commento di b.georg:

Non credo che si tratti di una questione community vs. RSS. L'universo dei weblog è una grande community, fatta di sottoinsiemi che possono o non possono comunicare tra loro.

Per ora sembra che splinder privilegi il secondo scenario. Tecnicamente è più facile da realizzare, in quanto dispongono del controllo completo dell'ambiente in cui vengono sviluppate le funzioni.

Io credo che sia sul secondo fronte, quello dell'uso di standard aperti per far interoperare tra loro sistemi diversi, che si sviluppa il futuro.

NB: che Splinder possa e debba fare quello che ritiene giusto per il proprio business è ovviamente assolutamente fuori discussione. Io non sono un cliente di Splinder e non mi ritengo neanche un concorrente sia per questioni di numeri che di prezzo. Il motivo per cui "rompo" è che avrei piacere che ci fosse un maggiore coinvolgimento della realtà Italiana dei weblog in ambito internazionale, e per ora Splinder controlla una bella fetta di questa realtà.

Oggi Massimo Mantellini parla dei feed di Splinder su Punto Informatico, mentre Onino e b.georg notano la risposta di Splinder a proposito della faccenda.

A dire il vero la risposta di Splinder secondo me non ha molto senso, ci sono vari modi per risolvere abbastanza facilmente i problemi tecnici di cui parlano (alcuni riportati su blogorroico), ma soprattutto mi sembra sbagliato dire che un aggregatore di feed RSS e l'attuale servizio di "blog preferiti" siano "due funzionalita' completamente diverse".

Ad ogni modo, almeno è l'inizio di un dialogo, ottimo. Speriamo non si fermi di nuovo.

In queste ore tutti sembrano chiedersi di chi sia stata la responsabilità del blackout. Dei francesi? Degli svizzeri? Degli italiani? E' molto probabile che non si saprà mai, come sempre in questi casi.

Io mi faccio un'altra domanda. Importiamo circa il 20% dell'energia che consumiamo dall'estero. Ho sempre pensato che facessimo ricorso ad energia d'importazione solo in caso di effettiva necessità. Però un'interruzione di una linea con la Francia o con la Svizzera (o entrambe) ha innescato un effetto domino che ha messo in ginocchio l'intera rete nazionale.

Secondo me questo significa che nel cuore della notte tra sabato e domenica, cioè in una situazione di consumo minimo, la rete italiana stava importando corrente elettrica a tutto spiano mentre le centrali italiane erano spente, se no gli effetti della caduta di una linea non sarebbero stati così disastrosi.

La domanda è: perché importiamo energia anche quando potremmo tranquillamente alimentare il paese con quella che possiamo produrre autonomamente? L'unica spiegazione che mi viene in mente è: importarla costa meno che produrla. La qual cosa metterebbe in una prospettiva diversa l'urgenza espressa da molti ci costruire nuove centrali.

Ma magari mi sbaglio del tutto (io faccio siti internet, mica centrali elettriche!). C'è qualcuno che ne sa di più?

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© Copyright 2005 Paolo Valdemarin.