In pratica Facebook cos'ha fatto? Ha aperto la propria applicazione a sviluppatori di terze parti, che possono facilmente creare delle applicazioni web che funzionano dentro le pagine di Facebook e sono quindi in grado di avvantaggiarsi dell'infrastruttura e dei dati presenti in Facebook (la rete di relazioni, i contenuti, ecc.). Per esempio ho appena aggiunto l'applicazione Twitter alla mia pagina di Facebook, così adesso le due applicazioni sono collegate e un aggiornamento da una parte innescherà l'aggiornamento dall'altra (un caso di inutilità perfettamente sincronizzata).
Per gli sviluppatori il vantaggio è quello di poter offrire servizi ad una comunità che cresce alla velocità di 100.000 nuovi utenti al giorno, mentre per Facebook significa offrire sempre più servizi ai propri clienti. Sebbe possa sembrare un situazione "win-win" quasi banale, è giusto il contrario di quello che sta facendo MySpace, che ogni tanto blocca fornitori terzi di servizi ai propri utenti, magari per abbassarne un po' i valore e comprarli.
Tornando alle reti civiche, credo che un requisito fondamentale di un servizio offerto oggi da un ente locale ai propri cittadini sia la sua apertura su un modello simile: è indispensabile non solo che gli utenti siano in grado di disporre dei propri contenuti, ma è soprattutto importante creare i presupposti per cui altri operatori siano in grado di costruire valore attorno al servizio, che in prospettiva potrebbe diventare quasi secondario e infrastrutturale.
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