Oggi a Gorizia si sono
confrontati per la prima volta i candidati a sindaco alle ormai prossime elezioni.
Per quanto mi riguarda non si sono confrontati per la prima volta, io ho iniziato a confrontare i vari candidati da quando ho trovato i link ai loro siti. E la situazione è piuttosto drammatica.
Ecco alcuni dei politici goriziani tratti dal blogroll politico che Gorizia Oggi ha prontamente messo in rete.
C'è da registrare che molti hanno scelto il formato del blog, perché giustamente è facile, veloce e ormai tutti sanno che in rete i blog servono ad innescare delle conversazioni. Abbiamo quindi il blog di Giulio Mosetti, probabilmente il più attivo e aggiornato più frequentemente, ha il feed RSS che mi permette di seguire gli aggiornamenti, ma non è scritto in prima persona, non ci sono i commenti, i trackback e nient'altro che possa stimolare una conversazione.
Anche Pierpaolo Silli ha aperto un blog, e all'inizio della pagina spicca un post datato nel futuro: lunedì 28 maggio (!), i commenti sono attivi è c'è stata un po' di conversazione, ma leggendo i post è praticamente impossibile capire il punto di vista del candidato. In modo analogo Dario Obizzi fornisce alcune istruzioni su come e dove votare, ma non fa nulla per spiegare il suo punto di vista: c'è un link al programma del centro-destra in formato PDF. Stessa cosa si può dire per il blog Gorizia Democratica, dove i post non fanno proprio nulla per stimolare la conversazione.
Poi ci sono i candidati che hanno veri e propri siti, come Ettore Romoli, che spicca sullo sfondino nuvoloso di rigore, con un'orgia di cose che appaiono e scompaiono cliccando qua e la (rendendo del tutto impossibile linkare una pagina particolare), o Fabio Gentile, che arricchisce il suo sito di musiche e cori impossibili da spegnere. Per finire con Andrea Bellavite, che con un bel sito revival ci fa rimpiangere gli anni '90 e l'epoca delle pagine web fatte in casa.
Da notare che con pochissime eccezioni nessuno dei candidati linka gli alleati (figuriamoci poi linkare i concorrenti, cosa che io suggerirei loro di fare) e che ovviamente tra di loro non c'è la minima forma di conversazione.
Insomma, sembra che a nessuno di questi signori sia passato per la testa di prendere seriamente in considerazione la rete come uno strumento utile a ragionare con i propri concittadini (come abbiamo detto tante volte la rete non serve a farsi pubblicità, serve a pensare meglio), sprecando l'ennesima occasione. Ma non ho dubbi che tutti mettano l'innovazione ai primi posti nei loro programmi.
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