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Updated: 3-04-2006; 9:47:37.

 Giovedì, 30 marzo 2006

L'ho già detto: Giuseppe Granieri è uno con cui non riesco a non litigare via ICQ. Visto che a quanto pare Giuseppe litiga anche con Vittorio Zambardino, verrebbe da credere che le posizioni mie e di Zambardino siano simili. Eppure ci sono alcune cose in questo suo post di risposta a Giuseppe che mi lasciano un po' perplesso.

Il mio primo dubbio parte dal fatto che mi sembra che Zambardino contesti un'idea del web in cui "tutti possono dire tutto dappertutto" che francamente trovo anch'io orripilante ma che dubito si stia cercando di spingere. L'idea (almeno la mia) di un web bidirezionale e orientato alla conversazione non è quella di un sistema in cui ogni articolo di giornale possa essere commentato da chiunque come succede oggi nei blog: è evidente che questo modello non potrebbe mai funzionare, basta guardare blog molto popolari come quello di Grillo o brevi esperienze tentate da qualche quotidiano americano. C'è l'aspetto sociale e di dimensione da considerare: non è possibile condurre la stessa discussione con 10 amici in una trattoria o con 50.000 tifosi in uno stadio.

Credo che il fascino di un web 2.0 aperto e organico stia nella sua capacità di autoregolarsi. Quello che vediamo ogni giorno nella blogosfera è un efficiente meccanismo di filtraggio e di selezione per cui le fonti interessanti tendono a trovare un proprio pubblico mentre quelle meno interessanti dopo un po' spariscono. Non sarà perfetto ma per quello che posso vedere io i risultati sono sorprendenti.

Poi, riferendosi a qualcuno che non ha riportato adeguatamente sul suo blog notizie di una conferenza, Zambardino scrive:
E un altro che va a un convegno internazionale. E quando uno gli dice "beh raccontacelo" sul blog, risponde: ma io devo lavorare. Ti comprendo, devi lavorare. Ma se devi "lavorare" e non puoi scrivere, questo significa due cose: che sei un dilettante e sei un dilettante con altri interessi che rendono "parziale" ciò che eventualmente scriverai.
Questo è assolutamente vero, ed è proprio questo il bello! Credo che accanto a chi racconta il mondo professionalmente (i giornalisti) ci possa stare chi lo racconta in modo parziale, interessato e da dilettante, e credo che questo sia il vero valore della blogosfera.

Con poche eccezioni siamo tutti dilettanti quando si tratta di scrivere, e non pretendiamo di esser altro. Lo facciamo per passione (per questo preferisco il termine inglese "amateur" a "dilettante") non per mestiere. Poi, siccome il nostro mestiere (e i nostri interessi) è un altro, qualche volta siamo in grado di condividere un punto di vista diverso e interessante.

Il report, la classifica. Se ci tenete a queste cose e la giornata già buttava male, lasciate perdere e guardate come siamo piazzati un altro giorno. [via Loïc]

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© Copyright 2006 Paolo Valdemarin.