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Updated: 18-12-2005; 18:38:09.

 Lunedì, 27 ottobre 2003

All'inizio c'erano le mail list. Ricordo che ero iscritto a decine di mail list sui più svariati argomenti. Alcune, soprattutto quelle più tecniche, erano un indispensabile strumento di lavoro.

Oggi sono iscritto a pochissime liste, ed in alcuni casi ci sono ancora iscritto perché fare un filtro che archivi i messaggi di una lista segnandoli come già letti richiede meno sforzo che capire come fare a cancellarmi.

L'unica lista italiana a cui sono iscritto è Blog-O-Sfera di cui leggo una parte dei messaggi ed a cui non ho mai inviato un singolo messaggio (come in buona parte delle altre liste a cui partecipo). Il motivo per cui segnalo questa lista è che si tratta di un perfetto esempio di come e perché i weblog siano uno strumento in cui mi trovo molto di più a mio agio rispetto alle mail list, se siete tra i pochi che non l'hanno ancora fatto iscrivetevi subito e vedrete.

Non c'è niente di male o di sbagliato nel modo in cui Blog-O-Sfera funziona, è identica a tutte le altre mail list a cui mi sono iscritto. Sono sempre e comunque una sorta di commedia dell'arte in cui i diversi personaggi vengono di volta in volta interpretati da persone (o nickname) diversi senza che però la trama cambi significativamente. Ci sono quelli che vogliono discutere, quelli che vogliono esprimere opinioni, quelli che ne sanno di più, quelli che si presentano, quelli che danno il benvenuto, quelli che s'incazzano perchè gli altri si presentano e danno il benvenuto, quelli che a loro non gli frega niente dei weblog (!) ed i soliti immancabili troll.

Trovo sia una forma di comunicazione a suo modo molto "democratica", in cui tutti hanno voce uguale, dove serve uno sforzo comune per potersi muovere in qualsiasi direzione e dove, come in ogni democrazia, la libertà altrui si ferma ai limiti della propria.

Le intenzioni dei più sono buone e non di rado vi si leggono anche cose interessanti, ma ciò nonostante non ho mai partecipato e non credo che mai parteciperò in modo attivo a questa forma di comunicazione.

Il motivo è semplice: ho un weblog. Se c'è qualcosa che voglio condividere la scrivo in queste pagine. Non devo preoccuparmi di essere off-topic, di seguire delle regole scritte da qualcun'altro sugli accenti o su dove mettere le citazioni, non sono costretto sostenere o assistere ad estenuanti discussioni su argomenti che in fondo mi interessano poco solo perché un server continua a pompare messaggi nel mio programma di posta elettronica.

Scrivo qua, se qualcuno ha qualcosa da dire lo può aggiungere ai miei commenti o, ancora meglio, lo può scrivere sul proprio sito.

Anzi, visti anche i recenti disclaimer apparsi nelle pagine dei commenti di alcuni weblog tra cui Manteblog, io credo che i commenti presto gli toglierò proprio. Ormai chiunque può aprirsi un sito e scriverci quello che vuole e ci sono strumenti in abbondanza per scoprire facilmente chi scrive cosa su chi.

Il mio weblog non è per niente democratico: è mio. In accordo o disaccordo posso linkare chi contribuisce alle discussioni. A mio insindacabile giudizio.

Se il le mail list sono dei piccoli esempi di democrazia, il panorama dei weblog è forse più simile ad un insieme di mini-dittature (una dittatura di una sola persona non è in fondo così male). Centinaia o migliaia di micro città stato indipendenti, che comunicano attraverso relazioni diplomatiche fatte di link, blogroll e sistemi di tracking. Non ce ne sono di più grandi o più piccole, al limite di più o meno visitate, ma tutte potenzialmente ugualmente raggiungibili e visibili.

Non aprei dire se sia un sistema migliore, ma è certamente un sistema in cui mi trovo molto di più a mio agio.

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© Copyright 2005 Paolo Valdemarin.