Web e piccole imprese
Interessante osservazione di Luca De Biase:
Evidentemente c'è un gap culturale. Nonostante il fatto che la stragrande maggioranza delle aziende italiane sia composta da imprese piccole, piccolissime e minuscole, da un lato c'è ancora l'idea di una comunicazione fatta da "brochure", dall'altro c'è una bassa predisposizione a dare importanza, e quindi priorità, alla comunicazione ("si, capisco, ma io non ho tempo per questa roba").
Paradossalmente un web che sta emergendo oggi, incentrato su persone e conversazioni, assomiglia molto di più alle dinamiche dell'ecosistema italiano fatto di piccole imprese rispetto alla prima ondata di siti web fatti da pesantissimi intro in flash e bandierine svolazzanti.
Credo anch'io che le aziende verranno trascinate in rete dallo spostamento di un numero sempre più grande di clienti sul web. Oggi molte aziende non sentono di dover lavorare in rete perché, non disponendo di strumenti tecnici e culturali adeguati, non riescono a "sentire" quella parte del mercato. Probabilmente quando inizieranno a sentire in modo più significativo la mancanza di business sui propri canali tradizionali, almeno una parte inizierà a guardarsi intorno chiedendosi "ma dove sono finiti tutti?".
Evidentemente questo gap culturale tra imprese e mercato crea delle interessanti opportunità per una nuova classe di aziende che potrà fare della propria familiarità con la rete il proprio vantaggio competitivo.
Si direbbe che i consumatori si stiano comportando in modo sempre più
attivo sulla rete. E che le piccole imprese invece non siano ancora
coscienti delle potenzialità che la rete offre loro. Sono ormai milioni
le persone che spendono tempo e qualche volta denaro per gestire le
loro relazioni online. E sono ancora solo migliaia le aziende che
scommettono di poter incontrare nuovi clienti online. Nonostante in
Italia ci siano oltre quattro milioni di imprese.
Evidentemente c'è un gap culturale. Nonostante il fatto che la stragrande maggioranza delle aziende italiane sia composta da imprese piccole, piccolissime e minuscole, da un lato c'è ancora l'idea di una comunicazione fatta da "brochure", dall'altro c'è una bassa predisposizione a dare importanza, e quindi priorità, alla comunicazione ("si, capisco, ma io non ho tempo per questa roba").
Paradossalmente un web che sta emergendo oggi, incentrato su persone e conversazioni, assomiglia molto di più alle dinamiche dell'ecosistema italiano fatto di piccole imprese rispetto alla prima ondata di siti web fatti da pesantissimi intro in flash e bandierine svolazzanti.
Credo anch'io che le aziende verranno trascinate in rete dallo spostamento di un numero sempre più grande di clienti sul web. Oggi molte aziende non sentono di dover lavorare in rete perché, non disponendo di strumenti tecnici e culturali adeguati, non riescono a "sentire" quella parte del mercato. Probabilmente quando inizieranno a sentire in modo più significativo la mancanza di business sui propri canali tradizionali, almeno una parte inizierà a guardarsi intorno chiedendosi "ma dove sono finiti tutti?".
Evidentemente questo gap culturale tra imprese e mercato crea delle interessanti opportunità per una nuova classe di aziende che potrà fare della propria familiarità con la rete il proprio vantaggio competitivo.
11:23:26 AM comments: |
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