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Updated: 18-12-2005; 18:27:09.
Paolo's Weblog.
Sabato, 31 maggio 2003
Venerdì, 30 maggio 2003
Esercizio da fare quando aspettate qualcuno o qualcosa e non avete niente da leggere.
In un modo o nell'altro sono riuscito a preservare la rubrica del mio cellulare per diversi anni attraverso diversi cellulari. L'altro giorno mi sono messo a passare uno ad uno nomi e numeri. Non solo ho trovato fantasmi del passato che di sicuro non chiamo da anni e che probabilmente hanno cambiato numero nel frattempo.
Ho trovato un po' di numeri di gente che onestamente non so chi sia. Prima o dopo li avrò chiamati, ma proprio non ricordo.
Ho cancellato una ventina di numeri. Provate a farvi un giro nel vostro cellulare: quanti fantasmi avete?
Mercoledì, 28 maggio 2003
Italy, a Land of Tolerance, Even to Prime Ministers. For many people outside Italy, it is difficult to understand how Prime Minister Silvio Berlusconi of Italy holds onto power. By Frank Bruni. [New York Times: NYT HomePage]
A quanto pare ieri è passato un anno dall'apertura del mio blog. Il tempo vola.
Il commento di Beppe al mio post precedente mi aiuta a capire come non sia stato molto prolifico di informazioni su quanto stiamo facendo in questi ultimi tempi in casa Evectors. Tendo a parlare di questi argomenti sull' altro lato di questo blog.
Ricapitoliamo: l'idea di base è quella di organizzare i post di una serie di weblog in un modo nuovo. I weblog sono infatti strumenti facili e flessibili per l'inserimento di informazioni e consentono di creare una potente rete d'informazione istantanea. Grazie all'uso di vari tipi di feed e aggregatori siamo in grado di sapere momento per momento cosa sta succedendo nel mondo, tra i bloggers, sulla stampa, tra i nostri collaboratori.
Se vogliamo poter usare questi strumenti per il knowledge management però, è necessario costruire una struttura che mi consenta di reperire una serie di post fatti in un qualunque momento del passato in modo rapido e flessibile. Ovviamente esistono i motori di ricerca, google funziona bene in questo senso, ma noi crediamo che si possano anche trovare soluzioni diverse.
E' per questo che abbiamo iniziato a sviluppare k-collector, un aggregatore in grado di raccogliere i contenuti creati da una serie di weblog e di creare automaticamente una directory della conoscenza inserita in questi post.
In primo luogo serviva un sistema per poter facilmente collegare ad ogni post dei topic, o parole chiave. Per questo abbiamo iniziato una collaborazione con Matt Mower, esperto nel settore dei topics e autore del tool LiveTopics. Con Matt stiamo sviluppando il k-collector client, un tool per applicazioni che gestiscono weblog (già disponibile per Radio, presto per MT e altri sistemi) che consente facilmente di aggiungere topic ai post.
Poi ci serviva un sistema per trasportare i topic dai singoli weblog all'aggregatore. Per farlo abbiamo deciso di creare un modulo per il formato RSS 2.0 che abbiamo chiamato Easy News Topics o ENT. Abbiamo deciso di rendere questo formato pubblico e accessibile a tutti, ed è stato un successo: nel giro di pochi giorni sono iniziate ad uscire applicazioni che supportavano ENT un po' in tutto il mondo.
Alla fine l'aggregatore. Per svilupparlo ci siamo appoggiati ad IdeaTools, il sistema di content management che stiamo sviluppando da anni. Su ideaTools abbiamo costruito l'architettura di k-collector, ovvero un sistema in grado di raccogliere i post provenienti da feed RSS/ENT e di organizzarli in una direcory.
La prima applicazione pratica di k-collector si chiama WWWW, ovvero What, When, Who, Where, un sistema pensato per le imprese che consente di archiviare dinamicamente i post e di creare automaticamente relazioni tra post e topics in modo da poter navigare facilmente in questi contenuti.
WWWW sarà disponibile come prodotto tra circa un mese e crediamo costituirà un ottimo strumento per il knowledge management per la piccola e media impresa europea.
E' tutto questo che siamo andati a presentare a Vienna, e devo dire che abbiamo avuto molte soddisfazioni da parte delle persone che abbiamo incontrato e della stampa internazionale.
Per rispondere a Beppe: hai ragione, con questi strumenti e questi protocolli si può iniziare a sviluppare qualcosa di veramente nuovo, facendolo dal basso e seguendo passo passo le reali necessità delle persone.
Beppe oggi ci racconta di un incontro ieri con Renato Soru.
Chiude il suo post con la domanda: C'è materia possibile per un "gioco win win" tra Blogosfera e Isp italiani-europei?
Secondo me la risposta è certamente positiva, solo che gli ISP e gli investitori dovrebbero smettere di dire e fare cazzate.
Non conosco Soru, conosco Piol che ha investito nella mia azienda, e che poi ne è uscito. Piol è una persona incredibile, non posso che parlarne bene, ma nonostante avessero investito sulla nostra azienda, nessuno dell'entourage di Piol si è mai preoccupato di capire cosa stessimo effettivamente facendo dal punto di vista tecnologico. Siamo stati un'operazione finanziaria.
Gli esperimenti fatti da Tiscali e più recentemente da Virgilio in ambito weblog dimostrano di essere solo operazioni di marketing. Ma che ricerca e sviluppo? Solo la volontà si saltare a bordo di un zatterone che sembra disperatamente andare da qualche parte in un mare completamente fermo e privo di vita.
Se i grandi operatori vogliono andare da qualche parte, devono rendersi conto di cosa stia facendo veramente la differenza oggi. Non si tratta solo della facilità d'uso o della creazione di siti strutturati con post in ordine temorale inverso, si tratta di abbracciare nuovi standard e nuovi modi di comunicare.
Certo, proprio quelle cose che annoiano tanti lettori: trackBack, feed RSS, permalink, ecc, ecc. Il punto è che questi non devono essere una preoccupazione per chi gestisce i weblog, ci devono essere. Punto.
Tanto per farvi un esempio: ieri un cliente Radio mi ha chiesto "Come faccio ad avere anch'io un feed?". "Lo hai già, Radio lo crea automaticamente per te" gli ho risposto. Era tutto contento. E' così che deve funzionare: gli strumenti devono fare da soli tutto ciò che serve, a prescindere dalla cultura degli utenti.
Il nostro lavoro su ENT, k-collector, in qualche misura anche il BlogAggregator, sono passi significativi avanti verso un nuovo tipo di web che cambierà il modo di comunicare. E come noi molti si stanno muovendo in questo mondo. E' a questo che dovrebbero prestare attenzione operatori come Tiscali.
Solo che temo che non lo faranno, sono troppo grossi ed arroganti per cercare di imparare. Continueranno ad andare in giro a sparare cazzate su google che si vende i risultati delle ricerche. Il fatto che abbiano ottenuto dei risultati in ambito finanziario non significa che abbiano colto il significato della tecnologia e, una volta esplosa la bolla, si trovano con un sacco di problemi e nessuna idea di dove andare.
Sarebbe bello che finalmente si rendessero conto che questo mondo va avanti perché c'è gente che scrive codice, inventa standard, parla con gli utenti, cerca di fare passi avanti senza guardare solo a cosa fanno gli altri.
Noi stiamo lavorando a protocolli aperti e stiamo sciluppando nuove tecnologie assolutamente concrete che facendo leva sui weblog, su nuovi sistemi di interoperabilità e su API aperte crediamo faranno presto la differenza.
Siamo disponibili e ovviamente più che felici di parlarne con chiunque, a partire da Tiscali. Bisogna capire se a Tiscali o altri interessa parlare con noi
Martedì, 27 maggio 2003
SARS Digital folk art, exhibit J: instant message icons.
La paranoia dei cinesi si trasferisce anche sulle loro emoticons. [via Boing Boing Blog]
Lunedì, 26 maggio 2003
OninO oggi cita un post di Lilia Efimova e commenta sull'audience dei weblog da parte dei non bloggers.
I lettori di weblog non blogger ci sono, mi sembra evidente.
Sempre più spesso oggi si usa google per reperire informazioni e, come sappiamo, google per ora ama i weblog. Questo significa che se qualcuno cerca informazioni sul servizio di assistenza di Alice Adsl, sui diritti d'autore, sulla politica italiana o magari su un gruppo rock, ci sono buone probabilità che finisca su un weblog. Se le informazioni che vi trova sono buone, accurate e magari scritte bene, forse il lettore tornerà. Se no non tornerà. Non c'è molto che si possa fare in proposito se non il proprio meglio.
Poi ci sono gli abituali. Chi di voi ha un weblog, immagino che prima di aprirlo per qualche tempo abbia letto altri weblog. Anzi, è probabile che lo abbia fatto proprio perché leggeva altri weblog e ad un certo punto abbia deciso di partecipare.
Non tutti prendono questa decisione. Molti preferiscono continuare a leggere, e non c'è proprio niente di male.
I weblog parlano di weblog, certo, proprio come la televisione parla di televisione e la stampa parla di stampa. Non credo ci sia proprio niente di male. Anzi, il problema potrebbe iniziare proprio quando si dovesse smettere di parlarne.
In fondo i weblog sono interessanti proprio in quanto sinceri e non professionali. Nel momento in cui dovessimo smettere di sentirci tutti principianti ed alla ricerca di un modo per migliorarci non saremmo altro che un mezzo di comunicazione come tutti gli altri...
BlogTalk è stata proprio una bella esperienza. La conferenza era molto poco tecnica (la nostra è stata in pratica l'unica sessione in cui si parlasse specificamente di tecnologia) e molto orientata all'uso dei weblog, alle dinamiche che questi creano in diverse parti del mondo, ai weblog vs. giornalismo, ed in genere a tutti quegli argomenti di cui si legge dappertutto anche da noi e di cui evidentemente parla anche il resto del mondo.
Unica "delusione": pochi italiani. Considerando che in Italia i weblog sono più diffusi che in molti altri paesi eruopei, mi sarei aspettato la partecipazione di qualcuno. Ma a meno che non abbiamo mantenuto l'anonimato tra i più di 150 partecipanti, non ho visto nessun italiano in sala. Peccato.
Mercoledì, 21 maggio 2003
Ok, ci riprovo: Splinder, ci sei?. A venti giorni dalla letterina scritta a Splinder riguardo i feed RSS, ancora nessuna risposta. Riprovo sia qui sia tramite posta elettronica (e non sarebbe male se mi regalaste un po’ di pubblicità nella speranza di svegliare le orecchie intorpidite del Nostro): Splinder, ci rispondi per favore? [Blogorroico]
Risottoscrivo.
Martedì, 20 maggio 2003
Anche nella nostra regione tra meno di una settimana si vota, tutti vorrebbero cambiare tutto, nessuno cambierà niente.
Una buona metà dei manifesti dei candidati riporta l'url di un sito.
Da quando faccio questo lavoro mi è capitato di fare diversi siti per candidati alle elezioni, di tutti i calibri e di tutte le parti.
Uno dei punti comuni è che chiedono un contratto di hosting a breve termine, "fino alle elezioni". Il sito serve per la campagna elettorale, poi non serve più.
C'è qualcuno che vuole contratti condizionati, "se vinco le elezioni lo tengo". Nessuno sembra capire che un sito web non è l'ennesima superficie su cui appiccicare uno di quegli orrendi manifesti bensì un potente canale di comunicazione con la gente ed in questo caso gli elettori.
Nessuno pare preoccuparsi del fatto che, sia in caso di sconfitta, sia in caso di vittoria, ci piacerebbe continuare a sapere cosa diavolo stia facendo la persona a cui abbiamo dato il nostro voto e che grazie a questo spesso siede in una posizione di potere, si maggioranza o minoranza che sia.
Nessuno sembra capire Internet.
Riccardo Illy, candidato di centro sinistra alla presidenza della regione da queste parti, si è sempre vantato di essere un tecnologo, di conoscere, apprezzare ed essere in grado di cogliere le opportunità offerte dalle tecnologie.
Questo il suo sito elettorale.
Non commento l'impostazione o i contenuti del sito, in qualche punto sono anche buoni, noto però che facendo una ricerca su google il sito non appare nella prima pagina.
Se fosse un blog sarebbe il primo.
Questo non perché google sia irrimediabilmente inquinato dai weblog, ma perché i weblog fanno comunicazione utile, vengono linkati, creano flussi, cosa che evidentemente il sito del nostro onorevole non fa. Ho provato molte volte a parlare con questa gente, cercare di convincerli che bisogna prima di tutto fare comunicazione, non pagine html o animazioni in flash, ma non funziona mai.
Quindi, anche quest'anno, non voteremo guardando ad Internet, tanto non serve a nulla. Tutto doveva cambiare, niente è cambiato.
Lunedì, 19 maggio 2003
Per chi fosse stato distratto (magari sotto un ombrellone senza wifi) negli ultimi giorni si parla di google.
Tutto è iniziato con un pezzo del famigerato Andrew Orlowski sul register in cui veniva suggerito (o meglio, veniva data come notizia) che google stesse per rimuovere dal proprio indice principale i weblogs che, vecchia teoria di Orlowski, peggiorano la qualità dei risultati.
Poco dopo Evan Williams cofondatore di blogger e quindi dipendente di google, sembrava smentire la notizia.
Sabato Robert Scoble (che da poco lavora in Microsoft) però diceva di come, secondo sue fonti attendibili, google stia effettivamente ricevendo pressioni da parte degli sponsor per abbassare il ranking dei weblogs. Questo perché, a suo dire, gli sponsor vorrebbero avere il loro sito nella prima pagina quando si parla di prodotti, e non quello di qualche anonimo blogger che ne parla magari non male ma non certo con i termini markettari graditi all'azienda.
In realtà secondo Orlowski e molti suoi colleghi giornalisti ad essere primi nelle ricerche su google dovrebbero essere i siti d'informazione "principali", e non i weblogs.
A questo punto Doc Searls obbietta giustamente che i siti d'informazione "principali" riservano i loro archivi ad utenti registrati (e paganti) dopo pochi giorni dalla pubblicazione, ecco perché non vengono indicizzati. In altre parole, se volete che i vostri contenuti vengano visti dal web, dovete metterli a disposizione del web.
Il tutto culmina con questo pezzo di Dave Winer che riassume e commenta la situazione.
Nel frattempo da noi, kataweb sta chiudendo non solo gli archivi ma proprio l'accesso agli articoli a tutti i quotidiani locali del gruppo.
Interessante, no?
Domenica, 18 maggio 2003
Venerdì, 16 maggio 2003
C'era una mosca sul pavimento.
Era entrata in casa nella bocca di un uccellino.
Che era entrato in casa nella bocca della mia gatta.
La mia tigrotta!!
Avevate mai visto il blog di Romano Prodi? Okay, non è proprio un blog, ma ci siamo quasi...
Mafia turns to 3G video phones. Italy acts to stop gangsters using hi-tech 3G video phones to rig forthcoming elections. [BBC News | Technology | UK Edition]
Sigh!
Accanto all'incontro dedicato agli e-book (qui il programma), l'Università della Tuscia sta preparando anche una giornata di studio dedicata ai Weblog. La data prevista è quella del 26 giugno, e il programma dettagliato sarà diffuso nei prossimi giorni.
Anche questa iniziativa si svolge nell'ambito degli incontri Leggere, scrivere, pubblicare in formato elettronico: il mondo dell'Università e della ricerca e le sfide del digitale, organizzati congiuntamente dallâUniversità degli Studi di Firenze (Dipartimento di studi storici e geografici), dallâUniversità degli Studi di Napoli "Federico II" (Dipartimento di discipline storiche "Ettore Lepore") e dallâUniversità degli studi della Tuscia (Facoltà di lingue e letterature straniere moderne e Facoltà di conservazione dei beni culturali).
In occasione dell'incontro - al quale tutti gli interessati sono fin d'ora invitati a partecipare - sarà attivato uno specifico weblog di discussione; attraverso di esso, e attraverso altre iniziative allo studio, cercheremo di garantire la partecipazione più ampia possibile, non solo da parte dei relatori e di chi comunque potrà essere presente a Viterbo. [MerzLog]
Un altro incontro, questa volta in campo neutro. Benissimo! Non vedo l'ora. Nel frattempo, la prossima settimana a Vienna.
Giovedì, 15 maggio 2003
My window view. Isn't spring great?
Squonk si interroga sui nomi dei weblog. I risultati potrebbero essere interessanti (abbastanza da farne un altro libro? )
PS: Per quanto riguarda me... non so, mi è venuto così...
Martedì, 13 maggio 2003
Ogni tanto mi capita di andare da qualche parte in Italia o anche all'estero e di scriverlo su questo sito. Ogni tanto capita che qualcuno mi dica "sei passato dalle mie parti, se lo sapevo potevamo bere una birra assieme".
Mi sembra un'ottima idea.
Però ditelo prima. Mandatemi un messaggio e ditemi dove siete (), così la prossima volta che vado da qualche parte posso pianificare con cura il viaggio.
Ovviamente se passate di qua fatevi sentire (anche se da queste parti il vino è decisamente meglio).
Domenica, 11 maggio 2003
Ho ascoltato attentamente le parole del nostro presidente del consiglio in quest'ultima settimana. Se esprimessi un'opinione mi querelerebbe di sicuro.
Venerdì la giornata al webbit è stata interessante. Ho incontrato/re-incontrato diversi bloggers con molto piacere, tra cui Zu, Antonio Montanaro, Monia, 5 del mattino, strelnik. Ho anche fatto qualche foto.
Giovedì, 8 maggio 2003
Il CO.NA.F.I. (Coordinamento nazionale vittime fallimenti immobiliari) ha da ieri iniziato a comunicare con il mondo anche attraverso un weblog. Altro interessante esempio di cosa si possa fare con i weblog.
Domani passerò praticamente tutto il giorno a Padova, a Webbit. Sarò in giro, ma di sicuro mi trovate qua alle 11:30 e qua alle 17:30. Se ci siete fate un fischio.
Mercoledì, 7 maggio 2003
All'inizio era html.
La pubblicità di un famoso ISP dell'epoca invitava i giovani a diventare accatiemmellisti, i siti si facevano in gran parte compliando direttamente le pagine in questo nuovo ed arcano linguaggio, poco evoluto sia per i grafici sia per i programmatori. Noi facevamo siti in html.
Poi tra il 1998 ed il 1999 interfacciare dei web server con dei database era ormai cosa comune, e ci venne l'idea di fare un qualcosa che consentisse ai nostri clienti di cambiare da soli i contenuti dei propri siti, contenuti che avremmo archiviato in dei database. La strategia era semplice: a noi l'impostazione del sito, della grafica generale, l'hosting e tutti gli aspetti tecnologici; ai clienti il compito di mantenere il proprio sito aggiornato.
Allora non lo sapevamo: come molti altri avevamo pensato ad un content management system, per gli amici CMS.
Alcuni mesi ed alcuni venture capitalist più tardi avevamo IdeaTools, un sistema che ci permetteva di riconsegnare ai nostri clienti le chiavi dei loro siti. Da allora abbiamo aperto più di 200 siti sui nostri server e migliaia su server di nostri clienti, l'applicazione è migliorata e siamo molto contenti dei risultati: è a tutt'oggi il nostro business principale. Ma il punto non è questo.
Negli anni del boom della new economy i CMS sembravano nascere come funghi e le aziende si accalcavano sulle porte dei più prestigiosi per poter spendere miliardi di lire (non era assolutamente il nostro caso) per poter scrivere sulle loro home page "Powered by ...", stava bene sul sito, stava bene sui business plan. Ho conosciuto aziende che sono fallite prima di riuscire ad aprire uno di questi siti miliardari, ma anche questa è un'altra storia.
Sempre nel periodo del boom, ma la cosa continua a tutt'oggi, sono nati dei CMS open source e dei CMS a basso costo per la gestione di piccoli siti: i weblog.
Questo ha consentito a moltissime persone di essere esposte a questo tipo di tecnologia e ad innamorarsene: se si può gestire un piccolo sito così semplicemente, si può fare anche per siti più complessi. Ed è vero.
Credo che uno dei sottoprodotti positivi del successo dei weblog sia proprio il fatto che sempre più gente sappia dell'esistenza dei sistemi di content management e se ne interessi.
Purtroppo questo ha anche un risvolto negativo: questi sistemi costano molto poco o sono perfino gratis.
Capita così che ogni tanto qualcuno ci chieda di creare un sito e rimanga meravigliato da un preventivo di alcune migliaia di Euro. "Ma come? Il software non è gratis?".
Un sito internet per un'azienda è la somma di varie componenti e del lavoro di molti professionisti: programmatori, grafici, sistemisti, personale d'assistenza nonché server, housing, banda, aggiornamenti, ecc.
Anche se una delle componenti del mix, il software appunto, ha ormai costi molto bassi o in qualche caso nulli, il lavoro di questi professionisti ha un valore costante, così come il costo dell'hardware, della banda e dei servizi di connettività sebbene sia sceso non è di certo diventato nullo.
Il giorno in cui nasceranno i primi supermercati open source, quelli in senza cassa dove ognuno potrà entrare, riempirsi il carrello ed uscire, forse si riusciranno ad avere siti internet potenti, dinamici e personalizzati gratis o a poche decine di euro.
Fino ad allora toccherà pagare.
Martedì, 6 maggio 2003
Ieri ho passato gran parte della giornata a girare per il Grand Hotel di Rimini, quello famoso di Fellini e di Amarcord. E' in fase di ristrutturazione, ed alcune parti ne hanno decisamente bisogno. Per ora è piacevolmente decadente, un po' in tutti i sensi.
A quanto ho potuto vedere è la qualità del servizio a mantenere alto il nome dell'hotel. Trovo che il modo in cui si viene coccolati con discrezione negli hotel di lusso in tutto il mondo dovrebbe essere copiata anche in altri settori. Ovviamente questo dovrebbe presumere anche il pagamento di salati conti, quindi ormai siamo tutti abituati a pagare relativamente poco e ad essere trattati piuttosto male. In qualcunque settore.
Bisognerebbe inventare la qualità del servizio "open source", tutti trattati bene, in qualunque settore, senza mai pagare un extra. Che si tratti semplicemente di educazione?
Venerdì, 2 maggio 2003
Google ovunque, ci stiamo arrivando - Me lo chiedevo un po' di tempo fa, e Paolo Valdemarin mi rispondeva paterno, ma troppo tecnico, mancando il punto. Ora pare che la cosa sia sempre più vicina [Guardian Unlimited Online]: le organizzazioni aziendali punteranno sempre di più ad usare l'web come piattaforma anche per il proprio sistema informativo interno, e Google rappresenterà dunque lo strumento di ricerca migliore, come internet ha già dimostrato. Il tool è Google Search Appliance, di cui è appena uscita la versione GB-5005. E c'è ancora chi pensa che Google faccia i soldi con la pubblicità... [Simplicissimus]
Che google funzioni in una rete chiusa è tutto da dimostrare. Non disponendo di una grande quantità di dati sul quale costruire il sistema di ranking, bisognerà vedere i risultati. Non solo i documenti in una intranet aziendale sono pochi (rispetto alla dimensione del web), ma contengono anche pochi link, che sono l'elemento base su cui google fonda il suo sistema.
In altre parole: quando tu cerchi su google "simplicissimus", il tuo weblog appare prima perché un sacco di gente ha creato dei link al tuo sito usando il termine "simplicissimus", quindi google ritiene (giustamente) che il simplicissimus che stiamo cercando sei tu.
La gran parte dei documenti in una intranet non contengono link e quindi non hanno relazioni dirette tra loro, ne consegue che un motore di ricerca tipo google abbia serie difficoltà a capire quali siano i documenti rilevanti.
Da considerare inoltre che il software di google è stato creato per funzionare su decine di migliaia di computer collegati in una grande rete, pare infatti che le performances della Google Appliance siano tutto sommato poco entusiasmanti.
Per ulteriori domande sull'argomento, rivolgetevi al vero esperto.
Giovedì, 1 maggio 2003
repetita juvant
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