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Updated: 1-11-2006; 11:17:58.

 Venerdì, 27 ottobre 2006

Appello AIIP

C'è un nuovo appello urgente dell'associazione italiana internet provider. Stefano Quintarelli spiega:

La materia prima, in Italia, e' al 98% in mano a Telecom, che vende anche al dettaglio. (fa il pane e vende la farina agli altri panettieri).

Le regole dicono che il mercato della larga banda si regolamenta all'ingrosso, non al dettaglio. Cio' che viene deciso all'ingrosso determina ciò che accadra' al dettaglio.

Prima i prezzi all'ingrosso della farina venivano stabiliti togliendo dai prezzi al pubblico di Telecom i "costi evitabili" dai concorrenti (spese di commercializzazione, assistenza tecnica, costi di fatturazione, ecc).

Con le nuove regole, AGCOM "calcola" direttamente il costo della farina.

Costi della farina alti implicano costi del pane alti.

Varietà di farina limitate implicano varietà di pane limitate.

Quindi RIGUARDA TUTTI.

I prezzi della farina che Telecom propone sono, in molti casi, piu' alti del passato. I costi dell'hardware (DSLAM, router) scendono e ciononostante loro vorrebbero che i costi all'ingrosso aumentino.

Se i costi all'ingrosso aumenterano, i costi al dettaglio aumenteranno.

Se uno non vuole piu' il servizio di fonia, Telecom vuole farselo pagare lo stesso, oltre il costo della manutenzione che e' dovuto. (certo, devono pagare il debito, devono fare utili e distribuire dividendi (i piu' alti tra le principali compagnie telefoniche rispetto agli utili (certo, bisogna pagare anche i debiti del padrone..))

Fatevi sentire, scrivete e fate scrivere al Presidente di AGCOM Calabrò e dite la vostra (anche se la pensate diversamente da me, ma esprimetevi!).

Se le regole non sono fatte bene, poi si rischia. Come dimostra la RIDICOLA sanzione di 57.600 euro per aver fatto PUBBLICITA' INGANNEVOLE su Teleconomy Internet (Italia Oggi del 26/10).


Circolare, circolare, non c'e' niente da vedere...
Oggi mi sono svegliato e ho scoperto di essere stranamente d'accordo con Berlusconi. Anche a me tutta questa storia che oggi pomposamente Repubblica titola "Spionaggio fiscale" mi sembra una bufala.

Da quel che ho potuto capire è successo che delle persone che hanno accesso ad un database, già che c'erano, hanno dato un'occhiata ai record di qualche personaggio famoso.

Considerazioni:

  • E' normale che ci siano dei database a cui abbia accesso un gran numero di persone per motivi di lavoro pur contenendo informazioni relativamente riservate, se così non fosse non avrebbe senso avere i database
  • Le persone che hanno accesso a questi dati dovrebbero essere responsabilizzate e dovrebbero avere ben chiaro gli aspetti etici legati al potere che viene dato loro nello svolgimento del loro lavoro. Ma non mi meraviglia molto che un centinaio (su diverse migliaia di utenti autorizzati) abbia violato queste regole per semplice curiosità
  • Il sistema di sicurezza funziona, infatti stanno rintracciando coloro che hanno eseguito questi accessi non autorizzati con una certa precisione da quanto stiamo leggendo sui giornali (in altre parole: c'è un log file degli accessi al servizio). Probabilmente sarebbe stato meglio accorgersene prima.
  • Coloro che hanno violato le regole dovrebbero essere puniti severamente. Questo probabilmente non avverrà. Come niente qualcuno dirà che la loro privacy è stata violata quando sono stati tracciati.
Passiamo avanti.

Misteri
E' già un paio di volte che mi capita nelle ultime settimane: arriva un curriculum al nostro apposito indirizzo, rispondo quasi subito per fissare un appuntamento con il candidato, e nessuno mi risponde. Boh.

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© Copyright 2006 Paolo Valdemarin.