C'è un nuovo appello urgente dell'associazione italiana internet provider. Stefano Quintarelli spiega:
La materia prima, in Italia, e' al 98% in mano a Telecom, che vende anche al dettaglio. (fa il pane e vende la farina agli altri panettieri).
Le regole dicono che il mercato della larga banda si regolamenta all'ingrosso, non al dettaglio. Cio' che viene deciso all'ingrosso determina ciò che accadra' al dettaglio.
Prima i prezzi all'ingrosso della farina venivano stabiliti togliendo dai prezzi al pubblico di Telecom i "costi evitabili" dai concorrenti (spese di commercializzazione, assistenza tecnica, costi di fatturazione, ecc).
Con le nuove regole, AGCOM "calcola" direttamente il costo della farina.
Costi della farina alti implicano costi del pane alti.
Varietà di farina limitate implicano varietà di pane limitate.
Quindi RIGUARDA TUTTI.
I prezzi della farina che Telecom propone sono, in molti casi, piu' alti del passato. I costi dell'hardware (DSLAM, router) scendono e ciononostante loro vorrebbero che i costi all'ingrosso aumentino.
Se i costi all'ingrosso aumenterano, i costi al dettaglio aumenteranno.
Se uno non vuole piu' il servizio di fonia, Telecom vuole farselo pagare lo stesso, oltre il costo della manutenzione che e' dovuto. (certo, devono pagare il debito, devono fare utili e distribuire dividendi (i piu' alti tra le principali compagnie telefoniche rispetto agli utili (certo, bisogna pagare anche i debiti del padrone..))
Fatevi sentire, scrivete e fate scrivere al Presidente di AGCOM Calabrò e dite la vostra (anche se la pensate diversamente da me, ma esprimetevi!).
Se le regole non sono fatte bene, poi si rischia. Come dimostra la RIDICOLA sanzione di 57.600 euro per aver fatto PUBBLICITA' INGANNEVOLE su Teleconomy Internet (Italia Oggi del 26/10).