Ho passato il weekend nel mondo dei media e telecomunicazioni. E' stata un'esperienza interessante e abbastanza diversa dal solito.
Essendo un settore diverso da quello che frequento di solito non conoscevo praticamente nessuno. Si è trattato di un convegno decisamente tradizionale, molto diverso da quelli che ho frequentato di recente: nessun PC aperto in sala, niente backchannel in cui commentare gli interventi, un sacco di gente in giacca e cravatta nonostante fosse sabato mattina e ufficialmente si trattasse di un "incontro informale" (io non mi sono presentato in jeans e maglietta... ma non avevo la cravatta :-). Trovo che il formato "talk show" adottato per la giornata funzioni molto bene per questo tipo di eventi, meglio delle tradizionali presentazioni con slides, e un sistema di voto in sala ha reso moderatamente interattive alcune parti.
Gli interventi del mattino, moderati da Bruno Vespa, secondo me sono stati i più interessanti. Dopo gli inevitabili interventi delle autorità, un primo panel ha affrontato i temi della produzione di contenuti per il mercato emergente dei telefonini. Marco Bassetti di Endemol e Luca Josi di Einstein Multimedia (i maggiori produttori di contenuti televisivi in Europa) hanno descritto il loro business attuale e futuro, che per ora pare principalmente orientato alla TV tradizionale, con qualche limitata interattività offerta dalla possibilità partecipare a sondaggi (ogni trasmissione di Maria De Filippi scatena un milione di telefonate). Tra l'altro ho scoperto che in Italia i produttori di contenuti non possono vendere direttamente agli operatori di telecomunicazioni ma devono passare per un qualche tipo di editore. In pratica, chi produce contenuti li deve vendere a Rai o Mediaset, Rai o Mediaset vendono a Telecom, Vodafone, 3, ecc. Non avendo un contatto diretto con gli operatori, manca del tutto un feedback sull'eventuale successo dei contenuti che vanno on-line e questo limita in un certo modo la velocità di sviluppo.
Dopo un intervento di Brad Duea, Presidente di Napster, che ha descritto i loro servizi passati presenti e futuri, è stato il turno del "nostro" panel. Si parlava di musica, pubblicità e "user generated content" con Enzo Mazza (presidente della
FIMI),
Layla Pavone ed il sottoscritto. Da Enzo Mazza ho scoperto che in Italia vendono molta più musica gli operatori di telefonia cellulare rispetto a Apple con l'iTunes Music Store. Layla Pavone ha parlato del mercato della pubblicità in rete. Io ho discusso con Vespa sull'inaffidabilità dei blogger (secondo Vespa la rete è poco più di un serbatoio di balle) e sono anche riuscito a discutere con il commissario
Savarese sull'affidabilità di Google (lui lamentava il fatto che i blogger avessero "
manipolato" Google, facendo corrispondere il sito della Presidenza del Consiglio ad ogni sorta di parolaccia).
Vespa ha voluto sapere chi fosse il blogger più famoso d'Italia (abbiamo risposto "Grillo"), poi ha voluto a tutti i costi sapere chi fosse il secondo. Layla Pavone ed io abbiamo disperatamente tentato di convincerlo di come: A. la domanda fosse irrilevante, B. non avessimo idea della risposta. Non ci siamo riusciti e l'abbiamo lasciato un po' indispettito.
Il pomeriggio è stato il turno degli operatori, forse il momento meno interessante e più "trattenuto". Dubito che i presenti in sala siano usciti con molte più idee di quante ne avessero quando sono entrati dopo il pranzo. Per quanto mi riguarda le sensazioni che ho avuto è che ci sia una concorrenza accesa tra i vari operatori, pur nell'ambito dello strapotere di Telecom, che tra ritardi e anticipi il mercato italiano sia effettivamente uno dei più frizzanti in Europa e che presto tutti tenteranno di rifilarci la TV sui telefonini, che la cosa ci piaccia o meno.
La giornata si è conclusa con una cena alla
Cervara, un altro angolo meraviglioso di quelle terre. Dopo cena ho avuto modo di scambiare quattro chiacchiere con Cesare Avenia, amministratore delegato di Ericsson Italia. Da anni Ericsson organizza questi incontri per cercare di offrire nuove prospettive ai propri clienti: le aziende di telecomunicazioni. E' evidente che si tratta di un'operazione di pubbliche relazioni, ma è anche vero che c'è una sincera volontà di creare cortocircuiti tra ambienti diversi per individuare nuove possibilità di sviluppo del settore. Credo che qualche spunto interessante ci sia stato, speriamo di aver contribuito almeno un po' alla semina di idee che troveranno la lor via per il mercato. Per quel che mi riguarda ringrazio tutte le persone di Ericsson che ho incontrato per avermi invitato e per la bella e stimolante compagnia.