Ogni tanto questa storia riemerge, ma visto che l'audience si allarga potrebbe essere che qualuno non l'abbia sentita la volta scorsa, quindi ritengo utile ripeterla: un blog è un blog anche se non ha i commenti.
Ieri Russel Beattie ha chiuso i commenti sul suo blog, potete leggere la sua spiegazione ma la versione breve è: non aveva tempo di seguirli e quindi ci rinuncia. Questo per Russ ovviamente non significa rinunciare ai blog o rinunciare a mantenere conversazioni interessanti con altre persone, vuol dire solo rinunciare ad ospitarle in casa propria.
Come dice anche Dave Winer succede spesso a chi raggiunge una certa popolarità e di conseguenza attira anche una certa quantità di commenti stupidi, fuori tema, personali o inutilmente cattivi. Mentre alcuni sono disponibili a dedicare il proprio tempo e la propria attenzione a mantenere l'ordine nella community che si è formata attorno al proprio sito, altri vi possono leggittimamente rinunciare pur continuando ad esprimere le proprie idee sul web.
Questo ovviamente non significa non volersi mettere in discussione: nella moderna blogosfera ci sono innumerevoli strumenti che consentono di sapere chi sta dicendo cosa a proposito di chi, solo che la conversazione avviene su diversi siti (possibilmente ognuno sul suo) e non in calce ad un determinato post.
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