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Updated: 1-03-2005; 9:58:33.

 Giovedì, 17 febbraio 2005

Ecco, per esempio
Leggetevi questo post di Lia, è un po' lungo ma merita.

Trovo sia un eccellente esempio di post su un blog, scritto con passione, ragionato ma comunque pieno di emozioni.

E' questo che rende grande la cosiddetta blogosfera, la possibilità di pensare con la testa di qualcun altro, di vedere il mondo con occhi che non sono i tuoi e vedono le cose da un angolazione diversa. E non serve neanche essere d'accordo.

Qualcuno dovrebbe andare a dirlo a Prodi (tanto perché è il primo che mi viene in mente).

Il blog di Romano
Scopro ora, grazie Mantellini, che Romano Prodi ha un blog.

Così su due piedi mi sembra il sunto di tutto quello che abbiamo detto che un politico non avrebbe dovuto fare. Ma magari mi sbaglio. Però credo di no.

Non sono cattiva, e' che mi disegnano cosi'
E' noto che una delle principali linee guida per il comportamento in Google è "don't do evil", non fare del male.

Su InfoWorld ieri è uscita l'intervista a Mark Jen, il dipendente di Google che aveva pubblicato sul proprio weblog alcuni commenti su Google stessa che evidentemente ai dirigenti non sono andati giù: Mark è stato licenziato dopo 11 giorni dall'assuzione. Anche se Google non commenta, secondo lui è successo a causa del blog, cosa che a molti è sembrata un po' evil.

Oggi si parla invece della nuova beta della Google Toolbar che, a quanto pare, ha una funzione chiamata "AutoLink" in grado di linkare automaticamente tutti gli indirizzi sulle pagine web alle mappe del nuovo servizio di mapping di google e, pare, linkerà anche altri contenuti (numeri ISBN, tracking number di spedizioni, ecc) a vari siti web di servizio.

A molti questa mossa pare un po' "evil" per due motivi: da un lato privilegiando i propri servizi Google si può avvantaggiare della propria posizione dominante e far fuori dei concorrenti o, comunque, privilegiando un sito rispetto ad un altro è in grado di spostare significative quantità di traffico.

Il secondo aspetto è che in questo modo Google inizierà a modificare i contenuti delle pagine web senza che gli autori delle stesse ne abbiano il controllo e anche secondo me questa non è una buona cosa.

Quando Microsoft tentò di fare qualcosa del genere con una tecnologia chiamata SmartTags la reazione sul web fu talmente forte che Microsoft dopo un po' ci rinunciò. Sarebbe giusto tenere d'occhio Google (anche perché, francamente, ormai che è quotata in borsa Google ha necessariamente altre priorità rispetto a quella di non essere cattiva).

Permalink al Corriere
La settimana scorsa ho linkato un articolo sul Corriere che come al solito è sparito nel giro di poche ore. Per chi si fosse perso l'interessante lettura, quest'altro link allo stesso articolo dovrebbe funzionare qualche giorno in più. (E questa è la risposta del ministro Castelli uscita il giorno dopo).

Il fatto che i link agli articoli sui siti dei quotidiani italiani continuino a cambiare è un sintomo di quanto poco capiscano la rete forse ancora più grave rispetto alla cronica incapacità di mettere dei link negli articoli. La mancanza di link in uscita dagli articoli dei quotidiani non è altro che un difetto di solito facilmente superabile con una veloce ricerca, mentre il fatto che i loro articoli non siano linkabili di fatto "rompe" il flusso della conversazione.

Prossima campagna in cui impegnarsi: permalink sui quotidiani.

:-)

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© Copyright 2005 Paolo Valdemarin.