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Updated: 19-12-2005; 9:57:02.
Paolo's Weblog.
Giovedì, 30 settembre 2004
Security Holes in WordPress Blogging Tool. Numerous security vulnerabilities have been found in WordPress, the popular open source blogging application. [Netcraft]
Gli utenti di WordPress facciano attenzione, a quanto pare un
"malintenzionato" potrebbe creare dei contenuti sul vostro sito senza
il vostro permesso e senza la vostra password. Comunque la versione
1.2.1 di WordPress dovrebbe essere disponibile presto e risolvere il
problema.
Martedì, 28 settembre 2004
L'orologio del campanile ancora fermo alle 3:25, quando nella gran parte d'Italia c'è stato il blackout.
Lunedì, 27 settembre 2004
Nel blogroll di Luca Ajroldi ho trovato anche un link al weblog di Enrico Cisnetto, secondo me da aggiungere ai propri bookmark (sul feed RSS ci sto lavorando...).
Plazes,
applicazione "geografica" che sto ancora cercando di capire a cosa
possa servire. Provate anche voi, soprattutto se siete nel raggio di
50Km da me!
Secondo Luca Ajroldi:
Oggi il governo dell'Italia è affidato ad una classe politica che rispecchia perfettamente il suo elettorato.... [leggi il resto]
Venerdì, 24 settembre 2004
Stamattina il termometro sulla finestra segnava 20 gradi.
Stasera uscendo c'è un po' di neve sulle montagne che si vedono dallo studio.
"I siti delle pubbliche amministrazioni", sottolinea
Giuseppe Roma, segretario generale Rur, "soddisfano in gran parte le
esigenze dei cittadini"
Da leggere anche il resto di questo articolo umoristico su Repubblica. Va tutto bene! Benissimo!
Giovedì, 23 settembre 2004
Giuseppe oggi parla delle scopiazzature (uh... plagi) pubblicati di recente da più o meno autorevoli editori. A proposito di licenze Creative Commons il guru scrive:
La trovo civile, ma vecchia, vecchia come concetto, perchè
si ispira a regole diverse da quelle della Rete, regole in cui la
conoscenza ha un emissore e uno o più riceventi (mentre qui dentro, per
der descriverla, io direi che è diffusa nell'accezione più pervasiva
della parola).
Subito dopo continua:
Se qualcuno legge dei concetti e li fa suoi, Internet ha
raggiunto il suo risultato. Se poi li utilizza facendo semplicemente un
cut&paste, ha rubato la forma ma la conoscenza resta un regalo di
chi per primo l'ha messa in circolo.
Ho qualche dubbio su questa interpretazione del concetto di rete. E'
vero che quello che decidiamo di condividere arricchisce tutti e
certamente è inutile tentare di limitare la diffusione delle idee con
regole impossibili da rispettare. Ma allo stesso tempo è parte
integrante della rete il concetto di link e di citazione della fonte, e
questo uso è funzionale proprio alla diffusione della conoscenza.
Il bello della rete è la continua ritrasmissione ed elaborazione delle
idee. Copiare un contenuto senza riportarene la fonte "rompe" questo
meccanismo, interrompe il flusso. Chi si rivolgerà per chiarimenti al
copiatore non potrà avere accesso alla fonte originale dell'idea, e
l'autore originale non potrà avvantaggiarsi del feedback da parte dei
lettori.
E' per questo che credo che le Creative Commons siano una soluzione
civile da promuovere in tutti i modi. E' necessario diffondere l'idea
che il rispetto per alcuni dei nostri diritti arrichisce tutti.
Eccola qua.
Se mi avessero dato un euro ogni volta che un cliente mi ha chiesto di
mettere un gif animato sulla sua home page o mi ha chiesto di fare una
bella splash page in Flash con musica e loghi volanti oggi
avrei... beh, forse solo un centinaio di euro. Butta via.
Mercoledì, 22 settembre 2004
A fine agosto mostravo a Riccardo il mio weblog. Oggi ecco il suo: JazzLog.
Riccardo è il mio maestro di chitarra, grazie a Cristian che ci ha presentato :-)
Martedì, 21 settembre 2004
L'altro giorno si parlava di automobili, rete e communities, oggi da Marc trovo questo:
Audi Launches First "Group" Social Network/Blog site on AlwaysOn
Certe volte le cose sono nell'aria...
Il bello dei weblog? Questo post di Marina Wiesendanger, in cui una parola che proprio non voleva venire in mente è stata aggiunta nei commenti. Altro che e-commerce!
Massimo Russo: Il New York Post racconta come Google abbia fatto razzia di cervelli alla Microsoft, assumendo alcuni tra i più validi ingegneri che prima lavoravano da Bill Gates, con particolare riguardo per la squadra che ha realizzato il browser Internet Explorer e per gli esperti di interfacce.
Tutto lascia supporre dunque che anche Google stia per lanciare il
proprio browser oltre che forse, addirittura, la propria interfaccia di
navigazione.
Vista la serie di applicazioni che Google ha reso disponibili
nell'ultimo periodo, il controllo di un browser sarebbe una mossa
comprensibile sulla strada della conquista del desktop.
Da capire come Google, famosa per " non essere cattiva",
giocherà questa partita. Il gbrowser potrebbe essere un'applicazione
aperta e compatibile con tutti (in fondo google ha già una positiva
storia di API aperte),
oppure potrebbe diventare un'arma con cui tentare di controllare la
rete (nel qual caso ci si potrebbe anche preoccupare un po').
Lunedì, 20 settembre 2004
Apre Selcusta, un weblog dedicato allo shopping.
Vanz parla di pubblicità, e-commerce e weblog.
Qui l'affare s'ingrossa...
Avrete sentito
che a Verona la settimana scorsa c'è stato un dibattito a cui (stando a
quanto ho sentito alla TV) hanno partecipato discografici,
artisti e ministri per parlare di diritti d'autore e nuove tecnologie.
Visto che questi sono tutti d'accordo tra loro non avranno avuto molto
da dibattere. Infatti si sono limitati una affermazione priva di qualsiasi merito o logica.
Se avessero voluto capire qualcosa di più avrebbero potuto invitare
anche qualcuno che la pensa in modo diverso. Per esempio David
Weinberger avrebbe probabilmente detto loro questo.
Venerdì, 17 settembre 2004
Ogni tanto fa piacere scoprire nei referers che ti leggono anche da posti lontani.
A proposito di automobili, web e marketing (vedi post di ieri), Vanz mi suggerisce di dare un'occhiata a OneLikeNoOne, l'ipotetica community di BMW. Ridicola.
Quello che potrebbe fare BMW (o Audi o chiunque altro):
- mettere a disposizione di una decina di blogger le loro vetture per qualche giorno (diciamo una settimana)
- pagare i blogger per il loro lavoro, non moltissimo, diciamo 500/1.000
Euro. Il fatto che i blogger sono pagati dev'essere esplicito
- attendere i risultati, chiedendo esplicitamente ai blogger di raccontare le loro reali impressioni
A fronte dei costi della campagna di BMW questo esperimento sarebbe
trascurabile. Sul web avrebbe rilevanza non solo per il circolo dei
lettori di weblog (che è una minoranza) ma perché la notizia verrebbe
rilevata di sicuro dalla stampa mainstream e soprattutto perché
consentirebbe a BMW di aver una migliore reputazione su google.
Giovedì, 16 settembre 2004
Ieri sera ho visto passare di sfuggita in TV gli spot pubblicitari
della nuova BMW serie 1 e della Audi A3 Sportback. Stranamente
stamattina mi sono ricordato di visitare i siti di BMW e Audi
per approfondire. Entrambi riportano la solita bella applicazioncina
super multimediale interattiva in Flash. Sul mio Mac quella di BMW
funziona, quella di Audi no. Detesto quando succede, ho sempre
l'impressione di un lavoro fatto con una certa superficialità. Per il
momento siamo uno a zero in termini di comunicazione sul web.
Io in realtà aspetto che sia qualche blogger a provarle prima di farmi un'opinione.
Beppe Caravita: il mio blog è un campo mentale di cipolle
Martedì, 14 settembre 2004
Come si fa un blog, il libro, è in stampa.
Come si fa un blog, il sito, è online.
[Sergio Maistrello]
Gaspar spiega come solo lui sa fare perche' il tonno in scatola che si spezza come un grissino e' un tonno cattivo. Emmebi rincara
la dose dedicandosi al pessimo colore chiaro del whisky. Ora ditemi voi
dove si trovano altrove notizie simili, citate oltretutto da persone
che leggi ogni giorno e delle quali - come dice Luciano- hai imparato a fidarti. [manteblog]
Il punto è proprio la fiducia: ci fidiamo delle persone molto più di
quanto ci fidiamo della pubblicità ed il marketing. Questo approccio
può benissimo essere applicato anche tra pubblico ed aziende ma è
fondamentale che queste ultime si rendano conto che:
- devono essere oneste
- il pubblico è tutt'altro che silenzioso
Lunedì, 13 settembre 2004
E' quanto tempo le piccole aziende dovrebbero investire sul proprio
sito internet. L'ho deciso io questa mattina del tutto arbitrariamente
dopo aver visitato un cliente.
Si tratta allo stesso tempo di pochissimo, se confrontato ad esempio a
quanto tempo spendo io su questo blog, e di moltissimo se paragonato a
quanto tempo spende l'azienda media ad aggiornare il proprio sito.
In un'economia fatta in gran parte di aziende medio-piccole che spesso
si rivolgono a mercati molto verticali ma globali, Internet potrebbe
senz'altro fare la differenza, ma bisogna iniziare.
Ci vuole cultura, certo, ma quella a ben vedere c'è. Queste aziende da
sempre incontrano clienti, partecipano a fiere, si presentano nel
migliore dei modi in ogni occasione possibile. Si tratta di trasportare
questa attività sul web e credo che farlo oggi, nell'epoca del social
softare e dei weblog, sia molto più facile di quanto fosse farlo
nell'epoca del marketing patinato e delle intro in flash.
E' una questione di fede. I piccoli imprenditori devono aver fede nel
mezzo e fare l'investimento. Non mi riferisco al costo di creazione del
sito, quella cifra può anche essere piuttosto piccola, mi riferisco
all'ora: un'ora alla settimana dedicata ad aggiornare il sito. Che vuol
dire pubblicare una foto, annunciare la partecipazione ad una fiera,
aggiornare una scheda prodotto, inserire un link ad un cliente, ecc,
ecc.
Solo in questo modo si creano i presupposti per cui il sito web possa
diventare una fonte di reddito e non solo una spesa da mettere a
bilancio tra la carta ed il toner per la fotocopiatrice.
Penso che inizierò a proporre a certi clienti delle mini-consulenze da
un'ora alla settimana. Solo per iniziare, solo per qualche mese, solo
per avviare assieme l'attività che poi loro dovranno portare avanti,
solo per cercare di migliorare il (desolante) panorama delle aziende
italiane on-line.
Una alla volta, un'ora alla settimana.
Sabato, 11 settembre 2004
Leggendo un articlo di Sergio Romano sul Corriere, mi ha colpito questa frase a proposito dell'Iraq:
500 mila bambini morti per mancanza di medicine fra il 1991 e il 1998, secondo l[base ']Unicef
Sapevo che erano tanti ma non ricordavo il numero. Sono quei numeri
talmente grandi da essere incomprensibili. 500 mila, 50 mila o 5
milioni si possono anche confondere. Mettiamola così: 500.000 diviso 8
anni diviso 365 giorni fanno 171 bambini morti al giorno. In pratica
una Beslan ogni 3 giorni per 8 anni, ininterrottamente.
Certo, sono situazioni assolutamente non paragonabili. Ma credo che
ogni tanto meriti fare una proporzione e fermarsi un po' a pensare.
PS: Unicef, facts and figures.
A proposito degli articolo su Repubblica di cui ho scritto ieri, SF in un commento chiede " Però l'articolo tecnico è corretto o no?"
Visto che è di tecnologia che mi occupo, mi sembra giusto rispondere.
Teoricamente è giusto, fare un'affermazione come "Ogni navigatore
potrebbe essere un inconsapevole prestanome degli impresari
dell'orrore" è stupido.
E' vero che un numero sempre maggiore di persone dispone di computer
collegati permanentemente alla rete e quasi completamente privi di
protezioni. E' vero che la grande diffusione di virus e spam a cui
assistiamo da qualche tempo a questa parte è in gran parte basata su
questa "infrastruttura", involontariamente messa a disposizione da
questi utenti sprovveduti.
Un computer non protetto può infatti essere infettato con dei virus che
ne prendono il controllo, anche senza che il proprietario se ne renda
conto, l'autore del virus può quindi far fare a questi computer brutte
cose, come attaccare in massa un certo sito internet, oppure cercare di
contattare altri computer per infettarli, o ancora inviare migliaia di
messaggi pubblicitari non richiesti (spam).
Avendone il controllo è anche possibile usare uno di questi computer "zombie" per accedere far perdere le proprie tracce.
Così, mentre è vero che tecnicamente un utente della rete può fornire
parte dell'infrastruttura necessaria per fare qualcosa di illegale, non
mi risulta che terroristi che si nascondono in Iraq abbiano fino ad ora
usato queste tecniche per mascherare la propria identità (e comunque ci
sono altri metodi molto più semplici per farlo).
Quindi dire che uno chiunque di noi può diventare complice dei
terroristi è inutile terrorismo, è il solito approccio di chi non
capisce qualcosa e quindi la definisce automaticamente "cattiva".
Molto meglio informare ed insegnare, solo che prima bisogna capire.
Venerdì, 10 settembre 2004
Adesso su repubblica c'è anche un articolo di approfondimento tecnico.
Si conclude con un bel :
Ogni navigatore, in altri termini, potrebbe
essere un inconsapevole prestanome degli impresari dell'orrore
Altro
che terrorismo...
Devo ammettere che dopo il mio post
dell'altro giorno a proposito dei giornali che sbattono in prima pagina
notizie quantomeno dubbie sulle presunte minacce via internet mi ero
quasi pentito: mentre nel momento in cui avevo scritto il post
l'articolo veniva presentato come una "verità assoluta", sia sul sito
di Repubblica, sia su altre testate dopo un po' i titoli erano cambiati
ed erano stati insinuati dei dubbi: "Il messaggio c'è, ma forse non è
autentico".
Ma oggi ci risiamo, in modo ancora più subdolo. Sulla home page di
Repubblica al momento si legge il titolo "Sul Web ultimatum di 24 ore".
Cliccando si raggiunge un articolo intitolato "Ultimatum di 24 ore sul
web 'Liberate le donne musulmane'". Ma il testo dell'articolo è
di tutt'altro tono: praticamente in ogni paragrafo si mette in dubbio
l'autenticità dell'ultimatum. Come dire: intanto spariamo il titolo,
poi smorziamo nel pezzo.
Fin qua si tratta solo, a mio avviso, di mancanza di professionalità. Dove si raggiunge il fondo è nella parte che dice:
Mentre la famiglia di Simona Torretta tace ("Non siamo in
grado di fare commenti") il messaggio odierno ripropone, dunque, gli
stessi interrogativi.
Verrebbe da pensare che qualche pirla di giornalista ha veramente
contattato la famiglia dicendo "Su un sito internet qualunque hanno
scritto che vi ammazzano la figlia entro 24 ore, che ne pensate?".
Pazzesco.
PS: Wittgenstein sullo stesso argomento.
La didascalia potrebbe essere " Ecco come combattono l'eccesso di velocità in America", oppure " Deve proprio aver fatto incazzare Bush". [via Engadget]
Mercoledì, 8 settembre 2004
Nessuna novità, credo sia quello che pensa la maggior parte di noi,
però ogni tanto una goccia fa traboccare il vaso... e quello che
trabocca finisce qua.
Repubblica pubblica l' ennesimo articolo in cui si parla di rivendicazioni arrivate attraverso internet da parte dei soliti "terroristi".
Ora, anche senza capire l'arabo, ci vuole poco a capire che il sito
in questione è un forum aperto a tutti, insomma: non c'è la minima
garanzia sull'autenticità di chi scrive. I messaggi contengono
riferimenti che solo i terroristi potevano conoscere? Se così fosse
immagino che la notizia sarebbe riportata nell'articolo, in fondo il
messaggio nel forum è leggibile da chiunque abbia un PC e sappia
l'arabo, risorsa a cui spero un grande quotidiano abbia accesso in
questi giorni.
Quindi, per quel che posso vedere, si tratta di una panzana così come
erano panzane le minacce a Berlusconi. Ma adesso per tutta la giornata
non sentiremo parlare d'altro ed una quota non irrilevante della
popolazione di questo paese crederà che sia vero...
Vabbé, torno al lavoro.
Martedì, 7 settembre 2004
Intervista con un'ostaggio sopravissuto alla strage in Ossezia. Tra l'altro dice:
Terrorists were videotaping everything. They gave the tape
to a negotiator to show it to Putin. At night they put up the elderly
in rooms were it wasn't as hot and gave everybody blankets.
They called negotiators a lot of times, but nobody wanted to speak with
them. They said that the troops will storm them like they stormed the
theater in Moscow in 2002.
I cooked for them in the kitchen, and for that they gave my son water.
I talked to them and they told me that they want Putin to resign or to
pull out the troops from Chechnya.
The principal of the school was horrified. She called officials on the phone, but nobody wanted to speak with her.
Una versione un po' diversa rispetto a quanto sentito fin'ora in TV. [via Russpundit, Doc]
Lunedì, 6 settembre 2004
Questa "Datafountain" si collega via Ethernet e rappresenta in tempo reale il rapporto tra Euro, Dollaro e Yen. [via Engadget]
Venerdì, 3 settembre 2004
Immaginate di avere alcuni esemplari di qualcosa di raro e prezioso. Voi ne potete usare solo uno, a chi date gli altri?
Immaginate di avere alcuni esemplari di qualcosa di utile ma affatto raro. A chi date quelli che non vi servono?
Immaginate di poter tenere traccia di milioni di transazioni come
quelle appena descritte e di poter quindi disegnare una mappa di chi ha
donato a chi e quando.
Immaginate di essere Google ed aver deciso di distribuire account Gmail solo in questo modo.
Immaginate di avere anche un servizio di social networking.
Ben Hammersley: There are two cultures growing - those who can filter, and those who can't.
Giovedì, 2 settembre 2004
Sergio Maistrello ha scritto un libro, Come si fa un blog, che sta per uscire per la collana informatica tascabile di Tecniche Nuove.
Si tratta di un manualetto - 192 pagine in formato 11x18 cm -
pensato per le esigenze di quanti si avvicinano per la prima volta al
mondo dei blog, perché vogliono aprirne uno o perché vogliono
semplicemente capire come funziona. Poche chiacchiere e molta pratica,
insomma. Se tutto fila liscio, potrebbe essere in distribuzione nelle
librerie entro il mese di settembre.
...
Come si fa un blog sarà anche un sito: un blog, naturalmente.
Ottimo!
Mi piacciono i nuovi feed di Kataweb.
In particolare mi piace il feed delle notizie della mia regione:
finalmente oltre ad essere informato in tempo reale di quanto succede a
New York posso anche sapere cose succede nel cortile di casa mia.
E' un primo passo, le notizie contenute in questi feed sono sintetiche
agenzie di solito ben poco approfondite. Il gruppo Espresso dispone di
un sacco di notizie locali, generate dalle redazioni dei propri quotidiani locali.
Ma questi ultimi non solo non dispongono di feed RSS, ma da qualche
tempo sono accessibili solo a pagamento (a 105,00 Euro all'anno).
Inutile ribadire qua come contenuti di un quotidiano accessibili solo a
pagamento limitino enormemente l'uso che si può fare del servizio, in
un qualche modo violano le principali regole del web visto che non si
possono linkare gli articoli e che non si può accedere ai contenuti
usando i motori di ricerca tradizionali.
Ma mi sembra che gli ultimi movimenti della famiglia
Kataweb/Espresso/Repubblica indichino una certa comprensione delle
nuove dinamiche della rete, ovvero la trasformazione in uno spazio non
esclusivamente limitato alla lettura ma aperto anche alla scrittura da
parte di un numero sempre maggiore (minoritario ma interessante) di
utenti; l'apertura di un numero sempre maggiore di weblog e la
disponibilità più o meno ufficiale di un numero sempre maggiore di feed
RSS ne sono i sintomi.
I quotidiani locali avrebbero la possibilità di diventare formidabili
aggregatori di contenuti generati sia dal basso che dalle redazioni. Ci
sarebbero certo da superare resistenze e forse qualche problema
legale/logistico legato alla responsabilità dei contenuti pubblicati,
ma sarebbe certamente una grande opportunità, un'opportunità che al
momento solo questo gruppo potrebbe cogliere in Italia.
Gli introiti per un'operazione di questo genere potrebbero venire dalla
pubblicità locale mirata, dalla vendita dei servizi (ad esempio tool di
publishing per weblog fatti come si deve), magari qualche altro
servizio a valore aggiunto.
L'operazione richiederebbe coraggio più che soldi, ma sarebbe bello
vedere qualcosa di nuovo succedere nel panorama del web italico. Questo
a meno che le entrate degli abbonamenti ai quotidiani locali non
forniscano già un flusso di denaro tale da tenere amministratori e
azionisti del gruppo più che contenti, ma devo dire che trovo
quest'ipotesi molto difficile da credere.
Mercoledì, 1 settembre 2004
C'è una polemica in corso tra l'attuale assessore al turismo della
regione Friuli Venezia Giulia ed il suo predecessore. Tra le varie
accuse, l'attuale assessore ha presentato la documentazione che prova
come il suo predecessore abbia speso 2,4 milioni di Euro per il sito di promozione turistica della Regione
(non saprei dire se il sito che si vede adesso sia lo stesso
commissionato dalla precedente amministrazione o se sia stato rifatto e
ripagato).
Ho dato un'occhiata piuttosto superficiale al sito. Un portalino con
qualche database alle spalle (liste di alberghi, ristoranti, eventi,
ecc.) ed un po' di contenuti editoriali non particolarmente aggiornati.
Insomma: vorrei proprio capire dove siano finiti questi cinque miliardi
scarsi.
Un budget del genere avrebbe consentito di fare un bel lavoro di evangelizzazione informatica agli operatori. Il discorso che si faceva con 5am ed altri qualche tempo fa.
Con le tecnologie e le idee che girano adesso sarebbe semplice. Penso
ad un "aggregatore turistico" in grado di usare la semplicità dei
moderni sistemi per la pubblicazione sul web ed i weblog, i feed RSS
per trasportare informazioni e soprattutto formazione ed un po' di sana
competizione tra gli operatori.
Potrebbe essere un'idea per l'attuale assessore, spendendo solo una
frazione di quei milioni ed ottenendo un vero gioco win win, di quelli
per cui Beppe andrebbe matto.
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