Friends:
Amici:
Stories


103 103
Archivio:
June 2004
Sun Mon Tue Wed Thu Fri Sat
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30      
May   Jul



Il mio biglietto da visita.





Click here to send an email to the editor of this weblog.

Technorati Profile


Google
Web
val.demar.in



Creative Commons License
This work is licensed under a Creative Commons License.

Updated: 19-12-2005; 9:49:06.

 Martedì, 22 giugno 2004

Mister Reset: Le aziende del Made in Italy sono arretrate dal punto di vista informatico. Usano, in pratica, il www e l'email e basta. Se questo dato apparentemente può sembrare interessante dal punto di vista statistico, mi pare altrettanto evidente che sia interessante dal punto di vista del mercato: ragazzi, c'è da fare nel settore, tanti quattrini da andare a mungere.

Il ritardo informatico/culturale delle aziende italiane lo vediamo ogni giorno. Credo che in parte sia dovuto alla dimensione medio-piccola della gran parte delle aziende, che quindi non si possono permettere un "reparto IT".

Quando c'è, il "responsabile IT" è talmente preso dal vano tentativo di tenere in piedi una rete di PC obsoleti da aver ben poco tempo per studiare le ultime novità sul web o nella pila di rivistine che si accumula inesorabilmente in un angolo del suo ufficio e che nessuno leggerà mai.

Far funzionare la posta elettronica e far navigare gli utenti (magari limitando un po' l'accesso a certi siti) è già un risultato, chiedere di più è chiedere troppo.

Fino a poco tempo fa le applicazioni che consentivano di incidere sulla produttività, l'efficienza, l'intercomunicazione erano appannaggio di poche grandi aziende di informatica+consulenza, che proponevano i propri servizi solo a chi se li poteva permettere (che in Italia significa: quattro gatti).

La cosa interessante è che oggi molte di queste tecnologie si stanno sviluppando dal basso, con costi estremamente competitivi ed accessibili a quasi tutti. Mi riferisco a tecnologie come i weblog aziendali, i wiki, gli aggregatori tematici (come il nostro). Si parla di centinaia o al massimo di migliaia di Euro per poter disporre delle tecnologie più evolute disponibili sul mercato.

In un certo senzo è un vantaggio che le aziende italiane non abbiano sprecato il proprio denaro negli anni scorsi: come accade in alcuni settori della tecnologia chi arriva tardi può avere il meglio.

Quello che secondo me mancano sono gli evangelisti, i bravi consulenti (non mega-aziende di consulenza, mi riferisco a seri professionisti che sanno di cosa parlano) in grando di portare il verbo nelle aziende, di accompagnarle non solo nella fase di adozione di queste tecnologie ma anche nell'uso quotidiano.

Questi bravi consulenti (che sono a loro volta piccole aziende) dovrebbero impegnarsi a "fare sistema", creare condivisione e distribuzione in tempo reale della conoscenza, in altre parole dovrebbero razzolare bene quanto predicano.

C'è la possibilità di fare un sacco di soldi e di divertirsi molto di più rispetto a vendere qualche antivirus per allineare le aziende all'ultima leggina governativa.

15 15 15
© Copyright 2005 Paolo Valdemarin.