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Updated: 18-12-2005; 18:30:12.

 Mercoledì, 2 luglio 2003

Nel suo post di oggi, Giuseppe Granieri scrive:

Last but not least, qualsiasi ipotesi di aggregazione per la blogosfera italiana finisce inevitabilmente per impattare contro il buco nero Splinder, una specie di triangolo delle Bermude dove si perde magicamente traccia di ogni standard (a partire dall'assenza di Feed RSS e pings, ma io estenderei il discorso anche alle posizioni di isolamento: chi li ha mai visti intervenire nei dibattiti di sviluppo?). E per non ghettizzare gli utenti di Splinder bisogna sempre fare i salti mortali o affidarsi a soluzioni spurie.

Sono completamente d'accordo. Anzi, rincaro la dose: Splinder rallenta lo sviluppo della tecnologia in Italia.

La tecnologia che sottende ai weblog ci dimostra una cosa: oggi è possibile sviluppare nuove idee e soluzioni costruendo su risorse già create da altri, senza cioè dover iniziare ogni volta da capo. Questo è possibile grazie a protocolli standard.

Un protocollo non è altro che un accordo tra diversi sviluppatori che consente a chiunque di poter creare delle nuove applicazioni senza doversi preoccupare di essere compatibile con ogni specifica altra applicazione.

Già oggi è possibile vedere in pratica i risultati di questi nuovi protocolli: siti e servizi come Technorati, che consente di sapere chi stia linkando il proprio weblog o una qualsiasi pagina, Feedster, che consente di eseguire ricerche solo sui weblog o BlogStreet, che analizza la blogosfera mondiale, si basano completamente o in parte su questi protocolli.

Raggiungere questi accordi non è per niente facile: ci sono feroci battaglie sulla definizione degli standard, ma sono battaglie che conviene assolutamente combattere in quanto renderanno la vita di tutti migliore.

Per dei motivi che posso solo immaginare ma che lascio ad altri descrivere, Splinder ha deciso di rimanere fuori da tutto questo, e con Splinder rimangono fuori dal gioco i suoi 10.000 e più clienti.

Ovviamente la grande maggioranza di questi non se ne interessa minimamente ed in linea di massima trovo giusto sia così: perché mai dovrebbero preoccuparsene? Dovrebbe essere il loro fornitore a farlo.

Questo però a tutt'oggi non è successo. Non si è neanche mai vista una minima partecipazione da parte di Splinder in nessun dibattito pubblico su queste tecnologie (e non mi riferisco solo a quelli italiani ma per quanto ne so anche a quelli internazionali). Con più di 10.000 utenti in carico dovrebbero avere titolo per influenzare gli sviluppi futuri di queste tecnologie, ma per qualche motivo hanno deciso di non condividere nulla e restare arroccati nelle loro posizioni, allevando i loro utenti in un giardinetto chiuso.

Offrendo i loro servizi gratuitamente, Splinder ha fatto molto per lo sviluppo di questo canale di comunicazione in Italia. Oggi però è un ostacolo per chiunque voglia in qualche modo creare qualcosa di nuovo.

Se siete utenti Splinder guardate la tabella in questa pagina. Poi scegliete un tool che vi offra di più.

Disclaimer: sono un fornitore di tool per la gestione di weblog, ma lo scopo di questo post non è reperire clienti. Come ho già scritto in altre occasioni ci sono altri eccellenti strumenti disponibili gratuitamente. Se avete bisogno di un consiglio, sono sempre a disposizione.


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© Copyright 2005 Paolo Valdemarin.