In un lungo pezzo intitolato Ai "liberi pensatori della terra di nessuno" nel pianeta Blog, Sergio Dall'Omo risponde a tutti o quasi i blogger che, a vario titolo, lo hanno criticato per l'articolo pubblicato su Il Gazzettino, promettendo indagini e querele.
Quello che mi colpisce di più di tutta questa storia è l'influenza negativa che la lettura del pezzo ha su ciò che sto scrivendo in questo momento.
Dissento profondamente da quanto scritto da Dall'Omo, ma in questo momento non oso parlarne approfonditamente. Non metto in dubbio che molte delle leggi citate e delle possibili applicazioni delle stesse siano corrette, ma ciò non di meno, l'atteggiamento epresso e quella che mi pare una certa mancanza di dialettica mi sembrano preoccupanti.
Potrei finire anch'io nel mirino? Tutto sommato penso e spero di no, ma il fatto che oggi non stia scrivendo più come scrivevo ieri mi pesa.
Non ci sono ancora leggi che coprono specificamente quanto viene pubblicato sul web, e questa situazione da terra di nessuno può creare dei fenomeni distorti, come i siti posti sotto sequestro o più semplicemente i rischi che corre chi ospita contenuti gestiti da altri sulla propria infrastruttura.
Pare che che in un qualunque caso di dissenso si possa facilmente zittire la controparte con un po' di carta bollata ed un avvocato.
Che sia il caso di tornare a scrivere esclusivamente di JavaScript, php e XML-RPC? Lasciamo perdere qualunque diverbio perché si potrebbe finire in tribunale con costi personali e sociali indicibili? Lasciamo perdere tutta 'sta storia dei weblogs perché è troppo pericoloso ed il gioco non vale la candela?
Se siamo davvero a questo punto (e pare sia proprio così), siamo messi proprio male.