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Il mio biglietto da visita.





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    Updated: 5-02-2008; 14:54:10.

     Martedì, 15 gennaio 2008

    Dalla California
    Golden Gate Bridge

    Nell'ultima settimana sono andato un po' in giro per la Silicon Valley.

    Il motivo ufficiale della visita è stata una serie di incontri organizzati dall'ambasciata USA in Italia per promuovere lo scambio di idee, esperienze e punti di vista tra imprenditori e investitori americani e italiani.

    Così ci hanno portato a visitare Google, un "incubator" che si chiama The Foundry, e nel campus di Stanford abbiamo avuto modo di sentire diversi interventi da parte di docenti, imprenditori e venture capitalist sia americani che italiani.

    Già che ero da queste parti ho sfruttato l'occasione per incontrare alcuni amici e lavorare un po' con i miei partner di Broadband Mechanics.

    Segue, come al solito, qualche considerazione sparsa.

    Google è stato interessante, ma non "mind blowing". Tutto è fin troppo bello, c'è cibo gratis per tutti ogni pochi metri (anche il "junk food" è "organic"), i dipendenti non devono timbrare il cartellino, hanno dei sistemi di valutazione che si basano su parametri che determinano autonomamente e possono ottenere facilmente quasi qualunque gioco possano immaginare. E' notevole cosa possa fare un'azienda con una quantità di soldi quasi innimaginabile come questa. Non posso negare che vedere dal vivo cosa c'è dietro le pagina che carichiamo un centinaio di volte al giorno non sia stato interessante, ma non ho scoperto niente di nuovo o particolarmente interessante.

    Tutto sommato ho trovato più stimolante la visita a The Foundry, una specie di macchina per la produzione di aziende nel settore degli strumenti medicali che ha un metodo di lavoro piuttosto particolare: fondano un'azienda "scatola nera", ne vendono una parte a dei venture capitalist per qualche milione di dollari, e con i soldi raccolti individuano un mercato, trovano un'idea e sviluppano un prodotto. Avete capito bene: prima vendono la società, poi trovano l'idea (e ovviamente, trovare un'idea con qualche milione in tasca è più facile). Con questo metodo hanno già creato una dozzina di società negli ultimi 10 anni, tutte di buon successo.

    E' evidente che per un modello così le parole chiave sono fiducia e rispetto (senza le quali neanche qua ti mollano dei soldi). A pensarci bene fiducia e rispetto sono anche fondamentali nel modello di Google, senza i quali non si potrebbero certamente concedere a tutti un simile livello di libertà.

    Ovviamente non sono mancati i confronti: cos'è che fa andare il modello di Silicon Valley che potremmo importare in Italia? Oltre a fiducia e rispetto, una cosa che non si può evitare di notare in tutte le persone che si incontrano è la lealtà nei confronti delle aziende per cui lavorano. Può essere che l'estrema mobilità a cui tutti sono soggetti (qua perdere il lavoro è questione di un attimo), renda tutti più coesi, spinga tutti ad un maggiore coinvolgimento. Comunque sia anche passeggiando per il campus di Apple si respira il famoso "reality distortion field" di Steve Jobs, ed è francamente difficile pensare a come un simile sentire potrebbe essere riprodotto nel contesto italiano.

    Anche le relazioni sociali da queste parti funzionano su un'altra scala. In pochi giorni che ho passato nella Bay Area ho incontrato decine di persone che conoscevo, ho fatto amicizia con persone nuove, è abbastanza probabile che abbia gettato delle basi interessanti per nuovi affari. La facilità con cui ci si incontra e ci si confronta in questo ambiente non ha paragoni da noi (tanto per fare un esempio, nel corso di questa visita mi sono imbattuto in un paio di italiani che ho avuto modo di incontrare diverse volte negli anni, che sono abbastanza certo che sappiano chi sia, e che come sempre si sono guardati bene da farmi anche il minimo cenno di saluto).

    Lo diceva anche Loïc Le Meur a Parigi: quando incontri una persona nuova qua in America il rapporto che stabilisci di default è di fiducia. Da noi in Europa quando incontriamo qualcuno di nuovo immediatamente pensiamo a come potrà fregarci.

    Sulla strada del ritorno sono stato dirottato su New York, molto più rumorosa, violenta, scortese e affascinante della Bay Area, e dove domani vado ad incontrare un cliente (...passavo di qua). Quello che è certo è che la voglia di tornare presto in California è sempre più forte.


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    © Copyright 2008 Paolo Valdemarin.