Al mio
post dell'altro giorno su blog e agenzie di pubblicità, Maurizio
commenta;
... da ex copy, posso dirti che i pubblicitari si innamorano spesso dei
prodotti dei loro clienti. Poi dipende se si è pubblicitari di "città"
o di "campagna": nel senso che un conto è gestire i budget di brand
famosi ai quali ci si appassiona più facilmente, un altro è seguire
piccoli clienti locali. Ma raramente mi è capitato di conoscere copy o
art-director di qualità che non si appassionavano ai prodotti dei loro
clienti.
Non metto in dubbio che questo sia vero per le grandi agenzie cittadine
che gestiscono grandi budget di grandi clienti. Ma il fatto è che la
stragrande maggioranza dell'economia di questo paese è fatto di piccole
aziende con piccoli budget che si rivolgono ad agenzie di provincia.
In una considerevole parte di queste agenzie di provincia hanno sentito
parlare dei "copy" ma non ne hanno mai visto uno dal vero; di solito
hanno dei buoni grafici, bravi a fare brochure patinate o siti internet
equivalenti (ovviamente ci sono eccellenti eccezioni a questa regola).
Tutte questi piccoli clienti potrebbero avere dei significativi
vantaggi dall'uso dei weblog e del social software, ma dovrebbero
essere in grado di fare un salto culturale che in qualche caso è ai
limiti dell'impossibile e dovrebbero decidere di investire tempo in
cultura più che soldi in pubblicità inutile.
Comunque anche se questa "cura" non è adatta a tutti, io credo che
anche se un numero relativamente piccolo di aziende iniziasse a
muoversi seriamente in questo ambiente si potrebbe rapidamente
osservare un miglioramento della rete in Italia.