Mister Reset:
Le aziende del Made in Italy sono arretrate dal punto di vista
informatico. Usano, in pratica, il www e l'email e basta. Se questo
dato apparentemente può sembrare interessante dal punto di vista
statistico, mi pare altrettanto evidente che sia interessante dal punto
di vista del mercato: ragazzi, c'è da fare nel settore, tanti quattrini
da andare a mungere.
Il ritardo informatico/culturale delle aziende italiane lo vediamo ogni
giorno. Credo che in parte sia dovuto alla dimensione medio-piccola
della gran parte delle aziende, che quindi non si possono permettere un
"reparto IT".
Quando c'è, il "responsabile IT" è talmente preso dal vano tentativo di
tenere in piedi una rete di PC obsoleti da aver ben poco tempo per
studiare le ultime novità sul web o nella pila di rivistine che si
accumula inesorabilmente in un angolo del suo ufficio e che nessuno
leggerà mai.
Far funzionare la posta elettronica e far navigare gli utenti (magari limitando un po' l'accesso a
certi siti) è già un risultato, chiedere di più è chiedere troppo.
Fino a poco tempo fa le applicazioni che consentivano di incidere sulla
produttività, l'efficienza, l'intercomunicazione erano appannaggio di
poche grandi aziende di informatica+consulenza, che proponevano i
propri servizi solo a chi se li poteva permettere (che in Italia
significa: quattro gatti).
La cosa interessante è che oggi molte di queste tecnologie si stanno
sviluppando dal basso, con costi estremamente competitivi ed
accessibili a quasi tutti. Mi riferisco a tecnologie come i weblog
aziendali, i wiki, gli aggregatori tematici (come il
nostro).
Si parla di centinaia o al massimo di migliaia di Euro per poter
disporre delle tecnologie più evolute disponibili sul mercato.
In un certo senzo è un vantaggio che le aziende italiane non abbiano
sprecato il proprio denaro negli anni scorsi: come accade in alcuni
settori della tecnologia chi arriva tardi può avere il meglio.
Quello che secondo me mancano sono gli
evangelisti, i bravi
consulenti (non mega-aziende di consulenza, mi riferisco a seri
professionisti che sanno di cosa parlano) in grando di portare il verbo
nelle aziende, di accompagnarle non solo nella fase di adozione di
queste tecnologie ma anche nell'uso quotidiano.
Questi bravi consulenti (che sono a loro volta piccole aziende)
dovrebbero impegnarsi a "fare sistema", creare condivisione e
distribuzione in tempo reale della conoscenza, in altre parole
dovrebbero razzolare bene quanto predicano.
C'è la possibilità di fare un sacco di soldi e di divertirsi molto di
più rispetto a vendere qualche antivirus per allineare le aziende
all'ultima leggina governativa.