La vignetta di
Non Sequitur di oggi ricorda certe campagne del nostro governo per stimolare l'economia.
Questa storia del decreto spalma-debiti-salva-calcio è l'ennesima
barzelletta italiana, una di quelle che sarebbe da ridere se non ci
fosse da piangere.
Ammetto di non essere minimamente interessato al calcio, ma essendo
interessato da anni alla gestione di imprese trovo assolutamente
scandalosa questa situazione. Se hai un'azienda vivi in un ambiente che
ha una semplice regola: se alla fine dell'anno sei in perdita o trovi i
soldi per ripianare la perdita o porti i libri in tribunale (cioè
chiudi).
Dare la possibilità ad un piccolo numero d'aziende, alcune delle quali
quotate in borsa, quindi aziende vere e proprie e non associazioni
bocciofile, di prendere la perdita e distribuirla su 10 anni è una
totale assurdità contabile. Ma pare che nessuno se ne meravigli in modo
particolare, anzi, sento da più parti dire che è una legge quasi dovuta
per salvare l'istituzione del calcio italiano.
Ma cos'ha di particolare il calcio italiano?
Alcuni dicono sia una grande industria. Può anche essere, ma perché
mantenere un'industria in perdita? I debiti di una qualunque industria
se non pagati si distribuiscono sull'intera società. Come in fisica
anche in economia nulla si crea e nulla si distrugge: se i soldi non
escono dalle tasche dei proprietari delle squadre da qualche altra
parte devono uscire (indovinate un po'...)
Altri dicono che le squadre italiane sono schiacciate dalle troppe
tasse. Ma se queste aziende sono in perdita non pagano di certo tasse
sui redditi, quindi sono schiacciate da cosa? L'IRAP?
E' importante per l'economia? Non credo. Tutti ci dicono che il vero
problema sono gli stipendi dei calciatori. Non è la Fiat che mantiene
migliaia di famiglie, se decidessimo di chiudere "l'industria" del
calcio manderemmo a casa qualche centinaio di dirigenti ed atleti
strapagati che probabilmente non dovrebbero neanche preoccuparsi di
trovare un altro lavoro.
Credo sia tutto molto più complicato: il calcio è potere. E' uno
strumento per creare consenso, per distribuire potere, per affermarsi.
E in questo momento in questo paese, più ci si avvicina alla cima
dell'Olimpo politico, più la vita diventa facile, spesso attraverso
leggi fatte ad hoc.
Ma siamo in Europa. Le squadre degli altri paesi europei si chiedono
perché mai loro le perdite le debbano coprire mentre le squadre
italiane, con cui si confrontano sui campi da gioco, non lo debbano
fare se non in 10 anni. Di consegnenza un commissario europeo tenta di
bloccare questo colossale inganno.
Speriamo bene, e auguri a tutti.