D'Amato in parlamento ha
dichiarato
che Parmalat non rappresenta l'Italia. E' vero, ma non si tratta di un
caso isolato. Di certo la gran parte delle aziende italiane non ha
scialaquato miliardi di Euro, ma dopo aver lavorato con tante imprese
per tanti anni posso dire che giochetti in bilancio come quelli fatti
da
Finmatica sono tutt'altro che rari.
Non credo che sia necessaria una laurea per capire che un'azienda sana funziona su questo schema:
- investe un po' e lavora in ricerca
- lavora e crea un prodotto
- lavora per vendere il prodotto
- crea un po' di utili
- usa gli utili per ripartire dal punto 1 ed ingrandirsi.
Non è un processo rapido e richiede fatica.
Ma da un pezzo in Italia manager completamente privi di scrupoli
ed apparentemente allergici al verbo scritto in corsivo si giocano
aziende sane e cresciute grazie allo schema precedente in operazioni
finanziarie. Credo sia un serio problema culturale: in quasi tutte le
imprese sopra una certa dimensione manca completamente la benché minima
forma di etica aziendale. A rimetterci sono quasi sempre le società
stesse, gli investitori, i risparmiatori e non ultima l'intera economia.
Il problema è che trattandosi di un fatto culturale fino a quando non
finiscono dietro le sbarre (e non è detto che sia sufficiente), questi
manager spregiudicati vengono ammirati ed imitati dagli altri
imprenditori. Li ho presente e probabilmente li avete visti anche voi:
sono arroganti, disprezzano le regole (e chi le segue) e girano su
potenti vetture sportive (e spesso si vestono con cravatte dagli enormi nodi e
camicie dall'improbabile numero di bottoncini a chiudere il colletto ;-).
Non so se le recenti novità siano l'inizio di un'inversione di
tendenza, una sorta di "mani pulite" del settore privato, ma se così
fosse ci vorrà del tempo prima che nuove regole e nuovi comportamenti
prendano piede.
Nel frattempo le aziende italiane devono sopperire al danno causato da
questa classe di furbi italici. Un sacco di soldi sono spariti, e non
verrano recuperati. E' vergognoso che la stampa continui a parlare del
"Tesoro dei Tanzi". Non c'è dubbio che Tanzi e compagni abbiano
imboscato un abbastanza di milioni per non dover lavorare mai più in
vita loro, ma non è niente in confronto ai miliardi mancanti: quelli
sono andati, e non si recuperano più.
Questo vuoto dovrà essere riempito dal lavoro di tanti altri, che
pagheranno le tasse, produrranno utili e manderanno avanti la baracca.
E forse inizieranno a scegliersi altri modelli da imitare.