Mauro Lupi
parla del possibile "conflitto d'interessi" di chi scrive un su un
weblog del proprio lavoro e della propria azienda o dell'azienda per
cui lavora.
Anch'io mi sono posto il problema in qualche caso, poi ho deciso che
non si tratta affatto di un problema. Potrebbe non essere la stessa
cosa nel caso di un libro o di un articolo (soprattutto se si è pagati
per scriverli), ma un weblog è un punto di vista su quello che ci
succede e su quello che pensiamo, e non è possibile separare questi
aspetti dal proprio lavoro soprattutto quando c'è entusiasmo nel farlo.
E' vero che certe aziende potrebbero (ab)usare i weblog come sfacciato
strumento di promozione, ma non funzionerà a meno che la cosa non sia
fatta nel modo giusto. I weblog sono uno strumento "lento": il rispetto
e la stima per ho per Mauro Lupi non nasce dall'aver un unico articolo,
nasce dall'aver seguito per un certo tempo cosa e come scrive, che si
trattasse di motori di ricerca o di foto di San Francisco.
Di conseguenza non prenderò mai un post sul suo lavoro come un
"shameless plugs", anche se di fatto si tratta di promozione, è fatta
in un contesto che la rende non solo digeribile ma addirittura
apprezzabile.
Il potere dei weblog è che consentono di aprire una finestra
sull'entusiasmo di tanta gente. Togliete questo e possiamo
tranquillamente chiudere la baracca e tornarcene a casa.